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Attività

Incontro Amici di Aspen – Aspen Junior Fellows – Tema: la conferenza internazionale “World Economy”

    • Milano
    • 16 Luglio 2014

          I tre temi oggetto della Conferenza Internazionale Aspen World Economy Dialogue (Roma, 30 giugno 2014), hanno caratterizzato questo primo incontro degli Amici di Aspen e degli Aspen Junior Fellows. Le risorse per la ripresa mondiale, la sfida energetica in Europa, l’Africa subsahariana come frontiera per la crescita globale, sono state, dunque, le direttrici di una riflessione orientata dallo specifico profilo dei partecipanti: imprenditori e giovani.

          In molti paesi europei il problema di discesa della produttività nel lungo periodo si è sommato alla debolezza persistente causata dalla recessione. Gli squilibri aumentano: a livello sociale, la crisi di domanda interna e la sperequazione fra redditi ha effetti di sottoconsumo e sovraproduzione. A livello commerciale lo squilibrio è fra Germania e resto dell’Unione Europea. Sotto il profilo intergenerazionale assistiamo a una redistribuzione dei redditi dai giovani ai più anziani sotto forma di pensioni. Tutti chiedono riforme strutturali, ma il problema è una divergenza di fondo: più la crisi è profonda, più lento è l’effetto positivo delle riforme stesse. Il consenso per realizzare il cambiamento e la coesione sociale sono indeboliti. Cresce la domanda di un “Real Economy and Competitiveness Compact”, non solo di un Fiscal Compact, con lo sguardo anche alla recente attenzione degli Stati Uniti nei confronti del settore manifatturiero. Ad inizio del semestre italiano, risulta evidente la necessità di più integrazione nella UE, più Mercato Unico (specie in aree come l’energia, l’economia digitale, i servizi), ma anche più integrazione con l’estero, con specifica attenzione ai negoziati TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) che assumono anche un’alta valenza politica nel controbilanciamento del ruolo prospettico dei BRICS nella geopolitica mondiale.

          Le relazioni economiche internazionali e la sfida della ripresa incrociano il secondo tema del dibattito, relativo all’energia. La crisi russo-ucraina ha evidenziato la necessità di diversificare le fonti di energia (sia all’interno della UE che dall’esterno). L’opportunità dello sfruttamento dello shale gas in alcune aree mondiali apre nuove prospettive. L’altra sfida rilevante è quella delle infrastrutture: in particolare la necessità di interconnettere le reti di distribuzione per realizzare un mercato unico europeo. L’Europa dell’energia è infatti un puzzle e, specialmente nel campo delle energie rinnovabili, vi sono rilevanti differenze fra le politiche dei diversi paesi con una conseguente perdita di sinergia e valore. 

          Diversificazione delle fonti e interconnessione delle reti dell’energia implica estendere all’Africa subsahariana l’opportunità di essere un driver dello sviluppo globale. Quest’area sta diventando, oltre che produttore di materie prime, anche un nuovo bacino di consumatori. Entro il 2020 avrà 128 milioni di famiglie middle-class (più che negli Stati Uniti), concentrate in ventiquattro metropoli che crescono molto più rapidamente delle tre europee. L’Africa subsahariana di oggi è l’Asia di venti anni fa, come evidenziato dai rilevanti investimenti dei Fondi Sovrani, con le tre principali aree di opportunità (oltre all’energia, l’agroalimentare e il turismo), che intrecciano, d’altra parte, grandi incognite di sicurezza, governance e di leadership. 

          In questo scenario, incerto e dinamico, l’innovazione tecnologica giocherà un ruolo dirompente ed imprevedibile: ci si chiede se la crescita deriverà più dalle politiche o dall’applicazione di nuove tecnologie. L’Europa, in particolare, deve trovare al suo interno risposte che richiedono una leadership autorevole ed efficace, ben oltre le diagnosi: si possono oggi trovare forse dei nuovi Keynes, ma appare più difficile trovare nuovi Roosevelt.