Promuovere la partecipazione femminile nelle discipline “STEM” (Science, Technology, Engineering, Mathematics) è una sfida globale, ma ha un’urgenza specifica per l’Italia, come dimostrano molte statistiche e ricerche. La pandemia, come noto, ha avuto un impatto negativo particolarmente forte proprio sulla componente femminile, in termini lavorativi e più ampiamente sociali: esiste, dunque, oggi un ulteriore impulso per le iniziative -normative e di altro tipo – a sostegno di un ruolo più attivo delle donne.
Lo stile di leadership tipico delle donne è ideale per la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica, sia per la propensione al lavoro di squadra sia per la forte dimensione etica – che è ormai riconosciuta come decisiva soprattutto nei settori più all’avanguardia. Inoltre, la diversità è un valore aggiunto essenziale per il progresso della conoscenza, anche perché una caratteristica fondamentale che sta emergendo nei casi di successo professionale è la combinazione di capacità di “data analysis” e creatività.
Alla base della progressione verso una carriera STEM c’è naturalmente l’accesso a un buon livello di istruzione fin dalla più giovane età, e questo è tuttora un problema in alcuni contesti socioculturali. Una “identità STEM”, a livello personale, viene a formarsi già nella fase delle scuole elementari, ed è dunque necessario concentrarsi su questo periodo dello sviluppo culturale se si vuole sostenere la presenza femminile nelle fasi successive.
Gli stereotipi negativi relativi alle donne negli ambienti professionali sono ancora presenti, ma sono probabilmente un ostacolo secondario rispetto all’effettiva disponibilità dei migliori percorsi di studio e di occasioni di contatto con persone e idee al di fuori della famiglia e dell’ambiente culturale di origine. Questi fattori consentono un’effettiva libertà di scelta, che altrimenti rischia di restare soltanto astratta, e permettono l’attuazione pratica del principio universale della “equal opportunity”. Cogliere le opportunità in giovane età si trasforma poi in vero “empowerment” anche in chiave economica, visto che proprio i settori STEM presentano le migliori prospettive di crescita anche in futuro.
Ancora più specificamente, molti studi recenti evidenziano che lo strumento della matematica – il linguaggio delle discipline STEM – costituisce una barriera cruciale per i percorsi professionali più ambiziosi. L’istruzione in matematica è, dunque, una precondizione per aprire opportunità ben più ampie.
Un ingrediente culturale rilevante è la capacità di comunicare il ruolo della scienza al pubblico: spiegare il potenziale e il metodo della ricerca scientifica è parte integrante di ogni sforzo per orientare ragazze e giovani donne verso i percorsi STEM. La presenza pervasiva delle nuove tecnologie nella vita quotidiana dovrebbe facilitare questo passaggio, ma è necessario comunque un lavoro sistematico di comunicazione, soprattutto collegando e rendendo compatibili i due obiettivi della sostenibilità ambientale e dell’equità – un equilibrio non facile, ma indispensabile. Del resto, le discipline scientifiche sono da sempre caratterizzate da un mix di aspirazione alla conoscenza teorica e soluzione di problemi concreti; anche il successo personale e l’impegno sociale possono certamente andare di pari passo. La stessa presenza crescente di donne in settori professionali ed economici ad alta visibilità è parte del processo di “empowerment”, offrendo ispirazione e modelli positivi a bambine e ragazze.
L’Italia, in particolare, è attualmente impegnata ad utilizzare una parte dei fondi del Recovery Fund europeo per programmi con questi obiettivi, puntando a far sì che la società civile sia la protagonista degli interventi, in vari settori, per la riduzione del “gender gap”. Del resto, il caso italiano si caratterizza, da tempo e complessivamente, per una insufficiente capacità di finanziamento delle attività di ricerca tecnico-scientifica: su questo sfondo è necessario aumentare e indirizzare al meglio gli sforzi a favore dell’innovazione, per creare anche maggiori opportunità femminili. Si tratta, dunque, di inserire la questione del gender gap nel quadro di una profonda trasformazione positiva del Paese, che sarà di grande beneficio per l’intera società. Nel contesto di queste priorità – al contempo politiche, economiche, sociali –le dieci Scholarships messe a disposizione da Aspen Institute Italia intendono promuovere un’istruzione inclusiva e un nuovo atteggiamento culturale verso il ruolo femminile.