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Attività

La transizione energetica sostenibile: opportunità, criticità e ricadute sul territorio

    • Incontro in modalità digitale
    • 9 Marzo 2021

          Per la prima volta l’umanità si trova davanti a una transizione energetica che ha obiettivi e orizzonti temporali stringenti e definiti. Si tratta di una sfida importante che per avere successo deve coinvolgere il numero più ampio possibile di attori a livello globale: non solo Stati, ma anche aziende e privati cittadini. L’Unione Europea in questo campo ha assunto una direzione chiara e un ruolo di leadership globale, facendo della riduzione delle emissioni di Co2 uno dei pilastri dei propri programmi. La pandemia e le risorse stanziate dal Recovery plan accelerano l’attuazione di questo impegno.

          L’Italia a tale riguardo presenta diversi punti di forza, ma anche molte questioni irrisolte. Il Paese ha intrapreso un cammino virtuoso raggiungendo in anticipo gli obiettivi del 2020 per quanto riguarda il mix energetico ed essendo ben posizionato rispetto ai target del 2030. Esistono però ancora molti freni di carattere autorizzativo e burocratico che rallentano l’adozione di piani finalizzati al contenimento delle emissioni da parte delle aziende.

          Si tratta di ostacoli che vanno eliminati non solo per l’urgenza che il cambiamento climatico impone, ma anche per l’opportunità che una nuova economia circolare e verde può offrire al tessuto economico. I dati dimostrano che le imprese hanno compreso la sfida e i vantaggi di investire in sostenibilità. Adesso però è necessaria una visione che permetta all’Italia e all’Europa non solo di ridurre i propri consumi di Co2, ma anche di sviluppare ed esportare in tutto il mondo la tecnologia necessaria a raggiungere questo obiettivo.

          Il vantaggio in tal caso sarebbe duplice: accelerare la decarbonizzazione e creare una solida base tecnologica e industriale in un settore che nel futuro aprirà enormi possibilità. Lo sforzo passa anche da un comparto, come quello agricolo, che ha un ruolo fondamentale nel garantire alimenti sostenibili e di qualità alla popolazione. L’agroalimentare italiano offre un apporto sostanziale alla ricchezza nazionale e durante la pandemia ha mostrato la propria resilienza, anche grazie all’ottima percezione dei prodotti Made in Italy nel mondo. La sfida dell’agricoltura rimane quella di rafforzare, insieme alla sostenibilità, anche la competitività delle aziende.

          In questo quadro è evidente che le risorse non si possano concentrare solamente nell’incentivare comportamenti virtuosi di privati e imprese, ma devono anche guardare all’upstream tecnologico. La decarbonizzazione dell’economia è un processo complesso che non può contare su una sostituzione lineare dei combustibili fossili, ma si basa su una molteplicità di soluzioni che lavorano insieme verso un orizzonte condiviso in cui la tecnologia è il principale fattore abilitante. Nel guidare e attuare questi cambiamenti rimane cruciale il ruolo della Pubblica Amministrazione. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza deve essere l’occasione per dare una governance chiara alla transizione energetica, collocando l’Italia in prima fila e mettendo a sistema le tante eccellenze presenti nel Paese. Governare un processo così complesso, tuttavia, non può prescindere da un dialogo con tutti gli attori coinvolti, ad iniziare dal livello locale dove è necessario aprire un dibattito pubblico sulle sfide dei prossimi anni e dove le amministrazioni devono avere gli strumenti adeguati all’implementazione sul territorio degli ambiziosi obiettivi nazionali ed europei.

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