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L’industria al centro: appunti per un’Industria 5.0

  • Venezia
  • 7 Ottobre 2023

        Il seminario si è focalizzato su tre principali dimensioni che oggi hanno un significativo impatto nel sistema industriale con l’Intelligenza Artificiale a fare da fulcro del dibattito nelle diverse aree di approfondimento.

        La prima dimensione presa in esame è stata la regolazione: in questo ambito un elemento emerso con chiarezza assoluta è l’impossibilità di disciplinare esclusivamente la materia a livello locale e la contemporanea necessità di quadro regolatorio di ampio respiro a livello internazionale. Tale regolazione internazionale deve tener conto degli impatti delle norme sull’innovazione, ma anche di sistemi etici molto diversi tra loro.

        La seconda dimensione discussa è stato il lavoro, con particolare attenzione ai processi. Con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale (IA) cambiano i processi di lavoro e cambiano le mansioni. Una parte rilevante del dibattito è stata quindi dedicata allo smart working, molto più complesso del semplice remote working sperimentato durante la fase pandemica. Questo fenomeno porta a ridefinire le prestazioni, riqualificare i lavoratori, riscrivere i contratti di lavoro in modo diverso e pensare a meccanismi per cui si salvaguardi la produttività creativa, scaricando sui dati e sulle applicazioni di IA le capacità produttive più seriali e più ripetitive. Si tratta di un processo di trasformazione in cui sono già presenti imprese che stanno lavorando bene, applicando questi meccanismi alla produzione e alla qualità dei prodotti. 

        La relazione tra Intelligenza Artificiale e sostenibilità è stato un altro punto cardine del dibattito. Sulla sostenibilità, in particolare, c’è stata una opinione comune abbastanza radicata: domina il mondo delle imprese nelle parti più avanzate come elemento fondamentale e grande fattore competitivo. In sintesi, o la sostenibilità (sia ambientale sia sociale) sta dentro il modo di fare impresa diventando un fattore produttivo strategico anche sui mercati internazionali oppure, se rimane un mero elemento di marketing e di comunicazione, non porterà a significativi avanzamenti. Sarà, anzi, l’elemento più fragile in un frangente in cui una parte dell’opinione pubblica sta sviluppando una reazione rispetto ai costi della transizione. Qualunque ragionamento deve partire dai costi e dai vantaggi: se la sostenibilità viene percepita come un costo, si perde tutto il lavoro già compiuto sulla consapevolezza del primato che le imprese italiane hanno in Europa per quanto riguarda diversi processi di sostenibilità ad iniziare dall’economia circolare. 

        La terza dimensione analizzata ha posto l’attenzione sui processi di formazione: in questo ambito il life long learning come processo di formazione continua è il riferimento essenziale. Tali percorsi sono a carico delle università e delle scuole, ma devono necessariamente essere sostenuti dalla capacità di dialogo del sistema delle imprese, in un rapporto con le università e con le fondazioni ITS che diventa parte di un processo formativo di lunghissimo periodo.

        La transizione in atto ha dei costi che, tuttavia, le imprese possono sostenere in parte. È essenziale, quindi, capire quale sarà il futuro di tutte quelle mansioni che non serviranno più perché saranno appannaggio dell’automazione e perché difficilmente riconvertibili. In questo senso va ripensato e riscritto il sistema di welfare che non può basarsi prevalentemente né sulla continuazione della Cassa Integrazione straordinaria né sul suo perfezionamento. 

        In conclusione, l’Intelligenza Artificiale cambia i prodotti e i meccanismi di produzione modificando al contempo anche la distribuzione e il sistema delle relazioni con la formazione. La sfida per l’Industria 5.0, in un quadro regolatorio favorevole all’innovazione, sarà quella di continuare a investire nella formazione delle competenze digitali e nello sviluppo di una politica industriale per fattori competitivi, capace di guardare in una prospettiva di lungo periodo.

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