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Attività

US-Italy Dialogue The economics of the bilateral relationship

    • Roma
    • 3 Dicembre 2018

          Il dialogo bilaterale Italia-Stati Uniti – basato su relazioni che rimangono intense a tutti i livelli – si inserisce naturalmente nel contesto dei grandi trend globali, transatlantici ed intra-europei. Le iniziative di politica estera intraprese dall’amministrazione Trump sono strettamente collegate all’ascesa della Cina come vera superpotenza a tutto spettro, alle nuove catene del valore che caratterizzano i flussi commerciali e finanziari, all’effetto combinato dei cambiamenti tecnologici e delle nuove scoperte di giacimenti fossili in campo energetico. E su entrambe le sponde dell’Atlantico si stanno sperimentando le ripercussioni politico-sociali dei vari movimenti che contestano, in modo più o meno frontale, l’establishment sia nazionale che dei maggiori organismi internazionali. Le tensioni interne a quasi tutti i paesi ad economia più avanzata si sono tradotte in un atteggiamento meno aperto verso i meccanismi della globalizzazione, scaricandosi a loro volta sul sistema multilaterale che oggi è sottoposto a critiche crescenti.

          L’amministrazione Trump ha due fondamentali priorità interne nella seconda metà del mandato: i programmi infrastrutturali e la riforma del sistema sanitario (soprattutto per ridurre il costo delle prescrizioni mediche). Sul piano esterno, le questioni commerciali internazionali vengono affrontate sulla base dell’assunto che massicci squilibri della bilancia commerciale siano insostenibili nel lungo termine. A livello ufficiale si prospetta uno sforzo per raggiungere un accordo con l’Unione Europea, pur tra le oggettive difficoltà nell’adattare le regole commerciali esistenti e con un diffuso scetticismo tra i partner europei.

          Il rapporto bilaterale con l’Italia si inserisce in questo contesto generale, partendo dal dato di fatto della significativa forza dell’economia italiana nella produzione ed esportazione manufatturiera. L’obiettivo di una maggiore diversificazione energetica è una questione complessa in cui il rapporto transatlantico può favorire cambiamenti positivi – soprattutto con l’importazione di gas naturale dagli USA, anche se alcuni osservatori ritengono che non si tratti di una prospettiva realistica a breve termine. Altro fronte di crescente importnza è quello della cybersecurity, in quanto settore sempre più centrale nell’ambito della sicurezza e degli stessi scambi economici.

          Da parte americana si pone particolare enfasi sull’appoggio di un partner come l’Italia nell’ambito delle sanzioni internazionali, che l’attuale amministrazione vede come uno strumento essenziale per completare l’arsenale di strumenti a disposizione dei governi – in modo da non precludere possibili negoziati con paesi problematici anche mentre alcune penali economico-finanziarie sono in vigore. Un fattore controverso è quello degli effetti delle sanzioni sui paesi terzi, che richiede particolare attenzione ai paesi alleati degli USA in settori specifici.

          Dalla prospettiva dell’Italia, in quanto paese a forte trazione dell’export, è una vera priorità rendere compatibili l’appartenenza al mercato unico europeo – che resta assolutamente cruciale per l’economia italiana – e gli stretti rapporti con gli Stati Uniti. Ciò è vero anche in termini strategici più generali, con l’esigenza di mantenere la sinergia tra il contesto europeo e quello transatlantico – dato il ruolo tuttora fondamentale della NATO. E’ proprio la combinazione delle due organizzazioni che garantisce stabilità e condizioni di forza negoziale con il resto del mondo. Rimane valido il tradizionale impulso italiano per aumentare l’attenzione al fianco Sud dell’alleanza rispetto a una serie di rischi e minacce.

          Sul piano più strettamente commerciale, le caratteristiche di moltissimi prodotti italiani di esportazione richiedono regole internazionali affidabili e stringenti, collocandosi in settori di alto livello qualitativo. A maggior ragione per un paese come l’Italia, dunque, le tensioni commerciali sono preoccupanti, e vanno gestite per quanto possibile con un metodo multilaterale per evitare pericolosi slittamenti verso una competizione non regolata.

          • Marta Dassu’, Lewis Eisemberg, Enzo Moavero Milanesi e Giulio Tremonti
          • Angelo Maria Petroni, Paola Subacchi ed Erik Jones
          • Enzo Moavero Milanesi e Giulio Tremonti
          • Richard Burt, Matteo Codazzi ed Edward Morse