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Attività

Science and innovation: research, infrastructure and international collaboration

    • Ginevra
    • 18 Ottobre 2013

          La ricerca scientifica è strettamente connessa all’innovazione, intesa sia come scoperta di nuovi fatti, dati o leggi naturali, sia come conoscenze con una diretta applicazione tecnologica. La tecnologia è infatti l’anello di congiunzione indispensabile tra la scienza e la società: si pensi ad esempio all’infinità di applicazioni pratiche del World Wide Web (che ebbe origine al CERN, basandosi sullo sviluppo di Internet), cioè un caso in cui lo spinoff industriale è stato macroscopico e ha anche avuto un feedback sulla stessa ricerca scientifica che oggi beneficia moltissimo della rapidità di diffusione e accesso ai dati e alle scoperte. I meccanismi dell’innovazione sono diversificati, e certamente negli ultimi anni è cresciuta la rilevanza della “big science” per massimizzare la sinergia tra esperti, discipline, infrastrutture. A fronte di questa tendenza, resta però importante il ruolo di centri di ricerca più piccoli o comunque di team di ricercatori (spesso giovani) che possano esplorare idee e ipotesi particolarmente rivoluzionarie: un certo elemento di rischio è necessario per far progredire la scienza, e i grandi programmi possono soffrire di un eccesso di cautela – anche a causa dei meccanismi di valutazione delle proposte per l’allocazione delle risorse.

          L’esempio del CERN è un caso di eccellenza scientifica ma anche organizzativa e gestionale, con un fondamentale contributo ingegneristico (dunque industriale) che ha avuto e avrà in futuro vari spinoff tecnologici. Questa esperienza di collaborazione internazionale aperta – incentrata su alcuni paesi europei ma con un’interazione su scala praticamente globale – potrebbe essere replicata in altri settori al di fuori della fisica delle particelle.

          La questione delle risorse finanziarie necessarie alla ricerca scientifica crea l’esigenza di un rapporto diretto sia con i governi (per i finanziamenti pubblici ma anche per il sostegno politico ai grandi progetti) sia con il mondo del business. In entrambi i casi sono inevitabili alcuni condizionamenti che devono comunque lasciare un giusto margine di libertà alla ricerca: questa non può essere orientata soltanto verso risultati di breve termine o rapidamente trasferibili su prodotti per il mercato.  Gli sforzi di coordinamento con le istituzioni pubbliche e i finanziatori privati sono particolarmente importanti quando gli esperimenti richiedono grandi infrastrutture, come nel caso del CERN: l’esperienza insegna che una gestione oculata delle risorse è possibile anche se molti partner sono coinvolti, a condizione di puntare rigorosamente sul merito nella selezione del personale e dei contratti di fornitura. Nonostante le crescenti difficoltà nell’assicurare fondi pubblici, questi restano indispensabili soprattutto nella fase di avvio di progetti ambiziosi e con un lungo orizzonte temporale: sebbene infatti il venture capital possa consentire lo sviluppo di filoni di ricerca anche più innovativi, il ritorno sugli investimenti non può essere garantito, in particolare per la ricerca di base. La libertà dell’impresa scientifica poggia dunque su un mix di varie fonti di finanziamento e – aspetto da non sottovalutare – su un’interazione continua con la società in senso ampio, dai leader politici ai media, dal settore dell’istruzione alle aziende (di ogni dimensione). In tale prospettiva è di grande importanza assicurare  la migliore comunicazione possibile rispetto alle potenzialità e ai limiti della scienza, spingendo anche i sistemi dell’istruzione a dare maggiore risalto alle materie scientifiche.

          • CERN, Ginevra, 18-19 ottobre 2013
          • Angelo Maria Petroni e Luciano Maiani
          • CERN, Ginevra, 18-19 ottobre 2013
          • Alberto Sangiovanni Vincentelli, Carlo Rubbia e Carlo Rovelli
          • Ugo Erich Govigli, Maria Luisa Gorno Tempini e Fabiola Gianotti
          • Sergio Bertolucci, Gianni Riotta e Pietro Guindani