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Attività

Re-shaping finance: the challenges ahead

    • Venezia
    • 8 Ottobre 2021
    • 10 Ottobre 2021

          Il mondo della finanza, con i suoi prodotti e i suoi mercati, sta attraversando una fase di profondi cambiamenti. Da un punto di vista tecnologico, infatti, negli ultimi 10 anni sono stati messi a disposizione degli addetti ai lavori strumenti che hanno consentito di compiere una vera e propria rivoluzione del settore. Tra questi è opportuno citare la blockchain, che consente schemi di finanza e di certificazione decentralizzata che mette in parte in crisi il ruolo delle banche centrali, e l’intelligenza artificiale, che dà valore agli asset intangibili, ed in particolare ai dati, consentendo loro di essere moneta di scambio e materia prima su cui costruire prodotti e servizi.

          Questo enorme cambiamento, però, ha certamente la necessità di essere governato e, perché questo accada, il settore deve essere opportunamente regolato.  Nella produzione di regole e policies che riguardano l’utilizzo di tecnologie bisogna tenere conto di considerazioni strategiche derivanti da un’analisi rischio-opportunità. Il rischio è infatti che, nel caso in cui non ci sia nessuna regolazione o un sistema regolatorio troppo leggero, si incorra in situazioni speculative e/o eticamente non sostenibili. Nel caso di over regulation, invece, non si consente di fare i giusti esperimenti ai tecnologi e si rischia di perdere terreno se messi a confronto con le grandi potenze internazionali che hanno policies più aperte e flessibili in quanto vengono aggiornate al mutare dell’offerta tecnologica con maggiore frequenza e rapidità.

          Un ulteriore tema di attenzione è quello dell’applicazione delle norme. La recente sentenza della Corte Costituzionale della Polonia, che stabilisce la supremazia delle leggi nazionali sulle leggi Europee, e la PSD2, che è stata applicata in maniera diversa in tutti i Paesi dell’Unione, sono entrambi elementi che stimolano la riflessione sul fatto che bisogna dotarsi di strumenti adeguati per far rispettare le regole prima di formularle e che, in mercati così dinamici e variegati come quello finanziario europeo, non sarà possibile una one-size-fits-it-all regulation. Un primo passaggio che spinge in questa direzione sarebbe quella di unire i financial markets ed i sistemi bancari europei, ma questo risultato, pur essendo riconosciuto dalla gran parte degli addetti ai lavori come fondamentale, sembra essere ancora molto lontano.

          Le azioni di stimolo all’innovazione dell’Unione Europea, tra cui la PSD2 e tutto quanto ricade sotto l’ampia definizione di open-banking ha fatto sì che, non solo i challenger-player nell’industria finanziaria e bancaria arrivassero sia da dentro che da fuori l’industria, ma anche che il comportamento dell’utente sia radicalmente cambiato nel relazionarsi con i mercati finanziari. A titolo di esempio, oggi l’utente può scegliere – e spesso sceglie – di investire in prodotti extra-bancari – ad esempio i crypto-assets –  e basa la sua fiducia nei confronti dell’operatore soprattutto sulla qualità della sua esperienza di cliente. Per fare sì che si possano costruire delle esperienze di qualità e dei servizi calibrati sulle esigenze e sulle aspettative degli utenti, la banca di domani dovrà abbracciare l’innovazione e avvicinarsi come modello di gestione ad una tech-company. Oggi le banche tradizionali faticano a raggiungere questo risultato: solo una banca su tre ha almeno un membro del Consiglio di Amministrazione con esperienza nella tech-industry.

          Gli istituti finanziari, che sono in una fase di decisa trasformazione nella direzione customer-centric, in cui l’utente e la sua esperienza sono al centro della strategia di crescita e di gestione, non possono ignorare la sostenibilità, vale a dire l’attenzione all’ambiente e alla società dove l’utente finale vive. Affrontare la tematica ambientale è certamente urgente, ma è anche semplice: la classificazione dei problemi, l’identificazione delle possibili soluzioni – tra cui la più semplice è tassare chi inquina – sono già stati ampiamente affrontati. Per quanto riguarda il tema sociale, invece, vi sono meno tassonomie di problemi e proposte di soluzioni concrete e sarà più complesso individuarle, anche in considerazione del fatto che alcuni valori sociali non sono negoziabili. Certamente, un primo approccio possibile passa attraverso una diffusa formazione economico-finanziaria per fare sì che la cittadinanza possa ritrovare nella finanza una vera e propria risorsa.

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