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Attività

Nuovi lavori = nuova formazione (a distanza)

    • Incontro in modalità digitale
    • 11 Ottobre 2022

          Nuovi lavori e nuova formazione possono creare un circolo virtuoso in cui le figure professionali innovative richieste dal mercato spingono la domanda di formazione e questa, a sua volta, alimenta la creazione di nuovi profili lavorativi. La pandemia ha impresso un’accelerazione del digitale che rimane il principale vettore di innovazione in campo professionale e formativo. Le risposte positive offerte, a livello globale, da utenti e studenti sull’esperienza dei nuovi formati di apprendimento a distanza dimostrano la presenza di un vero cambiamento di paradigma. Le nuove tecnologie per la formazione cambiano anche i rapporti fra attori, mettendo al centro il ruolo dei grandi gruppi tecnologici e delle imprese, e spingendo le università a caratterizzare maggiormente il proprio valore aggiunto come centri di formazione e ricerca.

          Le tecnologie di punta, dall’Intelligenza Artificiale al Metaverso, promettono di offrire nuove opportunità e nuovi strumenti per un apprendimento flessibile, ma anche mirato e personalizzato. Tuttavia, la rivoluzione digitale che per sua natura è imprevedibile, irreversibile e con effetti pervasivi, non può essere gestita solo attraverso una miglior formazione tecnica: le competenze umanistiche sono sempre più centrali nei nuovi profili professionali richiesti dai settori avanzati e la formazione evolve verso una maggiore multidisciplinarietà, capace di garantire l’agilità mentale e le competenze necessarie per affrontare i futuri e continui mutamenti del mondo del lavoro.

          In Italia le carriere multidisciplinari sono in grado di offrire già oggi migliori possibilità di inserimento sul mercato del lavoro. Si tratta di un’opportunità importante non solo per i giovani, ma anche per diversi settori della vita del Paese, ad iniziare dalla Pubblica Amministrazione, che impiega oltre la metà dei laureati italiani e ha urgente bisogno di innovare le proprie competenze.

          Accelerare sugli investimenti in innovazione e nuova formazione non deve, però, far dimenticare i nodi irrisolti del sistema educativo italiano, ad iniziare dalla dispersione scolastica e universitaria e dal ridotto accesso femminile alle carriere scientifiche. L’obiettivo del sistema educativo deve rimanere quello di consolidare, accanto alle conoscenze di base, quelle di metodo: la crescente complessità del mondo richiede, infatti, capacità non solo di adattamento, ma anche di anticipare il cambiamento.

          Tale sforzo, accanto alle istituzioni educative e agli attori economici impegnati nella formazione professionale, deve coinvolgere anche il terzo settore: in questo campo le fondazioni bancarie possono essere protagoniste e hanno dimostrato di saper promuovere progetti educativi che partano dal basso, con il coinvolgimento dei docenti, degli studenti e delle comunità educanti. La sfida ulteriore è quella di far diventare tutte le esperienze di successo un patrimonio comune: solo così il cambiamento può diventare pervasivo e trasformarsi in un volano di sviluppo per la società e per l’economia del Paese.