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Attività

Migrazioni: sfide e opportunità

    • Milano
    • 8 Giugno 2017

          Il fenomeno migratorio, emerso negli ultimi anni come grande fattore di cambiamento, non solo comporta evidenti difficoltà, ma apre anche la società e l’economia italiane al contributo di nuove energie. Lo dimostra  l’elevata dinamicità delle numerose imprese create, anche in anni di crisi, da cittadini stranieri.

          L’Italia è nella media europea: sono circa 5 milioni i cittadini stranieri stabilmente residenti. Eppure il flusso attuale, rispetto a quanto sperimentato da altri Paesi europei, impone  di valutare le difficoltà specifiche del tessuto sociale ed economico, eliminando dal campo i pregiudizi e puntando a una vera comprensione di quanto sta accadendo non solo nel Paese, ma in tutto il bacino del Mediterraneo.

          Diversi possono essere gli approcci al tema migratorio, specie in un periodo contraddistinto dalle numerose vittime del mare. Uno più teorico e ideale guarda il fenomeno delle migrazioni nella sua complessità e propone soluzioni per superare il muro di indifferenza verso le sofferenze di chi è costretto a migrare. Un altro – ben presente nella società italiana – sottolinea, invece, le difficoltà che accoglienza e integrazione possono far emergere.

          Entrambe le posizioni, tuttavia, convergono sul fatto che l’attuale gestione delle politiche migratorie in Italia sconta numerosi limiti. Agire sull’emergenza senza proporre percorsi di ingresso e integrazione legali e percorribili è controproducente: una chiusura formale delle frontiere, accompagnata da successive sanatorie, trasmette un’idea precisa: lo stato di diritto non funziona e rischiare la vita attraversando il Mediterraneo resta l’unica soluzione per arrivare in Europa.

          Sembra necessario, invece, cercare un equilibrio fra i diritti universali, che impongono assistenza e accoglienza, e rispetto di regole capaci di favorire l’integrazione. Nell’insieme di norme da definire rimane da discutere la necessità di selezionare, tra i cittadini stranieri desiderosi di arrivare in Italia, i profili che meglio si inseriscono nel mercato del lavoro nazionale.

          Anche in questo caso l’equilibrio tra “ legge naturale” dell’accoglienza e leggi del mercato va trovato nella migliore via per garantire l’integrazione dei nuovi cittadini e valorizzare il loro contributo nella società italiana.

          Al contrario, l’assenza di politiche migratorie – o una gestione disordinata dei flussi –  non fa altro che acuire i pregiudizi su questo fenomeno. Un ruolo più attivo da parte delle istituzioni potrebbe, invece, sensibilizzare anche quella parte della società italiana (ed europea) che oggi si oppone frontalmente all’arrivo di nuovi cittadini stranieri, con domande e dubbi legittimi cui la politica offre troppo spesso risposte sbagliate.

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