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Attività

L’economia italiana: i giovani fra risorse e obiettivi

    Incontro e dibattito con Salvatore Rossi
    • Roma
    • 4 Aprile 2017

          La dinamica dell’economia italiana è stata un susseguirsi di alti e bassi fino agli anni 70, periodo in cui il paese ha fronteggiato un calo vistoso della competitività. Alcune grandi imprese sono scomparse ed altre si sono frammentate. La struttura produttiva ha sofferto lo sviluppo di un nuovo paradigma tecnologico (ICT), la diffusione di catene del valore globali e l’apertura ai mercati internazionali. Tale condizione è stata ulteriormente aggravata da due fattori specifici: una cultura imprenditoriale ancora a prevalenza familiare ed il contesto avverso, sotto il profilo burocratico e di condivisione sociale, in cui operano gli imprenditori, soprattutto di imprese dalle dimensioni maggiori. Il risultato è un tessuto industriale composto da molte imprese piccole ed  una dinamica competitiva poco virtuosa. Per queste ragioni, è possibile ricondurre le difficoltà dell’economia italiana più a problematiche sul lato dell’offerta che sul lato della domanda.

          La discussione ha evidenziato cinque aree di intervento importanti.  In primis, la diffusione dell’educazione e l’evoluzione della cultura imprenditoriale appaiono temi fondamentali per affrontare le sfide della modernità e limitare i vincoli legati a radici territoriali. Inoltre, lo sviluppo di programmi di espansione all’estero può fornire alle imprese più virtuose nuove direttrici di crescita con benefici anche per l’economia locale. Anche il ruolo delle banche non è da sottovalutare, queste devono fungere da stimolo e promozione delle imprese migliori. Da una parte, le competenze di selezione del credito possono permettere alle banche di sostenere le imprese dal grande potenziale ma in situazione di temporanea difficoltà. Dall’altra il sistema bancario dovrà promuovere l’accesso delle imprese migliori anche a nuove fonti di finanziamento non bancario.

          In tale contesto, il ruolo dei giovani può essere un propulsore importante di cambiamento ed innovazione a patto che la lungimiranza dei leader lasci loro spazio nonostante le tensioni create dalla dinamica demografica del paese. Il Sud, infine, deve essere anch’esso fonte importante di sviluppo economico attraverso la valorizzazione degli asset specifici di cui dispone. Le proposte discusse hanno toccato temi quali lo sviluppo del turismo, la riqualificazione in ottica high tech di aree rurali, lo sviluppo delle smart city e la creazione di un ponte tra le competenze degli italiani che vivono all’estero e la popolazione locale.

          Le aree d’intervento individuate offrono speranza e prospettive per l’economia italiana anche se i più recenti eventi politici internazionali sollevano qualche preoccupazione. La globalizzazione e l’accesso a catene del valore globali rappresentano, infatti, un importante sbocco di crescita per le imprese attraverso la specializzazione e lo sviluppo di competenze specifiche. E se tali fenomeni saranno messi in discussione il futuro appare per alcuni versi incerto.

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