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Attività

Formare l’eccellenza. Le scelte strategiche, le risorse indispensabili

    • Roma
    • 8 Novembre 2013

          Il titolo della dodicesima Conferenza degli Aspen Junior Fellows interpreta lo spirito di Aspen Institute: promuovere e formare una leadership basata su valori. Questo incontro è stato progettato con particolare riferimento alla accresciuta dimensione internazionale della conoscenza e di quali siano i modelli da privilegiare, fra il sapere multidisciplinare dell’umanesimo europeo e quello specialistico.

          Si è innanzi tutto discusso delle prospettive della formazione universitaria in Italia e della  necessità di bilanciare il valore dell’inclusione (“l’università per tutti”) con quello dell’eccellenza (“l’università selettiva ed elitaria” per i “capaci e meritevoli”, come definiti dall’articolo 34 della Costituzione). Si è approfondito il tema della produttività dell’università italiana nel confronto internazionale, della qualità dell’insegnamento (anche nella prospettiva dell’internazionalizzazione di docenti e studenti), la questione del valore legale del titolo di studio.

          Il dibattito si è poi spostato sul valore della formazione scolastica per generare cultura e opportunità occupazionali, in un bilanciamento fra “scuola dell’essere” e “scuola dell’avere”. Cosa insegnare, ma soprattutto come imparare? Alvin Toffler segnalava che “l’analfabeta del futuro non sarà la persona che non saprà leggere, bensì la persona che non saprà come imparare”. E, dunque, diventa centrale l’innovazione digitale (come il  distance learning) e organizzativa (promuovere l’apprendimento attraverso teamwork fra studenti). Questi obiettivi possono trovare un limite nell’attuale modello organizzativo centralistico della scuola e nella carenza di metodi di valutazione dei risultati. Talvolta deludenti e che non possono essere addebitati unicamente alla responsabilità della scuola: il ruolo delle famiglie, delle associazioni, delle istituzioni e dei mezzi di comunicazione deve essere considerato una risorsa necessaria alla formazione ad integrazione dello studio in aula. Nel 1964 Gianni Rodari includeva televisori e giornali tra gli insegnanti della sua “scuola grande come il mondo” (si pensi al valore per l’alfabetizzazione delle trasmissioni come “Telescuola” e “Non è mai troppo tardi”).

          Infine il confronto si è sviluppato sul collegamento fra formazione post-laurea e le imprese, con particolare riferimento al trasferimento tecnologico che realizza quella catena del valore che collega, in un ciclo virtuoso, la formazione, l’innovazione, l’impresa ed il mercato. Occorre replicare le esperienze di successo e ad alta vocazione internazionale già sperimentate come ad esempio l’Istituto Italiano di Tecnologia e ’IMT di Lucca. Occorre promuovere dottorati industriali come ponte fra le università e le imprese industriali per rafforzare le attività di ricerca applicata e la loro valorizzazione di mercato. Anche gli esempi del successo che i giovani ricercatori e manager italiani trovano all’estero devono contribuire a rafforzare la convinzione della qualità del sistema formativo e di ricerca per liberarne le energie e potenzialità.