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Attività

China-Europe-U.S. Trialogue Second meeting

    • Venezia
    • 27 Ottobre 2011

          Il secondo incontro del Trialogue ha affrontato i temi della governance economica globale (con particolare attenzione al ruolo del G20), dei legami trans-atlantici e trans-pacifici sul piano della sicurezza, e dell’instabilità nella regione mediorientale con le sue possibili implicazioni.

          L’aggravarsi della crisi economica nell’area dell’euro – mentre resta molto in dubbio la possibile ripresa americana – sta cambiando la prospettiva cinese sulle grandi questioni della governance internazionale: ci sono le condizioni per un ruolo più attivo e dinamico (a cominciare dal settore finanziario) ma anche nuovi rischi in un clima che rende le scelte di investimento particolarmente delicate. E’ stata discussa la possibilità che la Cina contribuisca in misura significativa al “fondo salvastati” europeo, tenendo conto però che la soluzione al problema dovrà in ultima analisi emergere dalle politiche degli europei stessi.

          E’ stato sottolineato che qualsiasi scelta finanziaria e monetaria è strettamente legata al contesto commerciale – soprattutto nel senso che una causa di fondo dell’attuale instabilità finanziaria sta proprio nei macro-squilibri commerciali. C’è comunque un larghissimo consenso sull’importanza cruciale di mantenere aperto il sistema degli scambi internazionali, resistendo alle tentazioni protezionistiche.

          Il G20 svolge principalmente una funzione di raccordo, assicurando una rappresentanza (quantomeno più del Consiglio di Sicurezza dell’ONU) alle maggiori economie emergenti. Non è però al momento realistico immaginare un ampliamento delle sue competenze, anche vista la crescente difficoltà di raggiungere un consenso sui modi di intervento (pur avendo identificato obiettivi prioritari comuni) e la tendenza ad aggiungere punti nell’agenda dei vertici senza aver ancora dimostrato la capacità di perseguire concretamente piani di azione coordinata. In ogni caso, il G20 deve affidarsi alle agenzie internazionali specializzate per l’attuazione delle sue scelte generali.

          Il sistema di sicurezza internazionale sta attraversando una delicata fase di passaggio, con il progressivo adeguamento degli Stati Uniti a una realtà multipolare. L’Asia orientale e sudorientale presenta una serie di grandi sfide che non riguardano soltanto il rapporto strategico tra Washington e Pechino ma anche potenze regionali, arterie di comunicazione di importanza globale, e interessi europei. In termini più generali, la Cina manifesta preoccupazione per gli aspetti militari della presenza americana nel mondo ma è disponibile a ricercare soluzioni cooperative ai maggiori problemi di sicurezza, dalla penisola coreana al nucleare iraniano, dal complesso “Afghanistan-Pakistan” alla pirateria e al terrorismo. La costruzione della fiducia è un ingrediente indispensabile per questo processo, e fori multilaterali – sia formali che informali – hanno una funzione decisiva nel facilitare la collaborazione internazionale.

          Una valutazione definitiva sulle “transizioni” arabe (un termine più preciso rispetto a “primavere” o “rivoluzioni”) è ancora impossibile, visto che gli esiti restano assai incerti e i rischi di ulteriore instabilità sono gravi.

          La visione prevalente a Pechino è che l’influenza americana in Medio Oriente sia decisamente in declino, e che ciò apra spazi diplomatici ed economici sia per potenze regionali che per attori esterni. D’altro canto, al parziale ridimensionamento americano non corrisponde un aumento del peso collettivo europeo, a causa della frammentazione delle politiche nazionali e dell’attuale priorità delle questioni economiche interne.

          Un punto controverso è relativo all’uso della forza militare, a maggior ragione dopo le vicende libiche; questo spiega anche la scelta negativa di Pechino sulle sanzioni alla Siria, che è sintomatica degli ostacoli sulla via di una efficace collaborazione triangolare tra Europea, Stati Uniti e Cina. Tra le priorità cinesi c’è naturalmente l’approvvigionamento energetico e di altre materie prime, sia dall’area mediterranea che dall’Africa subsahariana – un interesse che può accrescere la competizione con i paesi occidentali ma anche creare occasioni di sinergie economiche.

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          • China-Europe-U.S. Trialogue Second meeting, Venezia, 27-29 ottobre 2011