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Attività

Benvenuti al Sud? Dal Mezzogiorno “dimenticato” al controesodo dei giovani

    Tavola rotonda Intergenerazionale
    • Roma
    • 22 Giugno 2016

          Con questo incontro, l’Aspen Institute Italia intende promuovere una riflessione sulle condizioni economiche attuali e sulle prospettive di sviluppo future del Sud Italia, nella convinzione che sia necessario tornare ad affrontare la questione meridionale come una grande questione politica nazionale.

          Il Mezzogiorno di oggi è molto più ricco di quello di ieri, ma è ancora molto lontano dalla convergenza con il Centro-Nord e con le aree più ricche d’Europa, nei cui confronti il divario si è andato recentemente allargando. Nel Sud vivono un terzo della popolazione, ma solo un quarto degli occupati del Paese. Pur rappresentando un’area manifatturiera di rilievo, il Sud contribuisce solo a un quinto del prodotto interno lordo italiano e a un decimo delle esportazioni. Il turismo costituisce una potenzialità inespressa che finora non è stata adeguatamente valorizzata. Le infrastrutture, come ferrovie, porti, aeroporti e strade, scontano storici ritardi e non riescono a sostenere una moderno apparato produttivo.

          Dal lato della formazione avanzata, negli ultimi anni le immatricolazioni nelle università del Mezzogiorno sono calate costantemente anche per via dell’emigrazione di giovani appena diplomati verso gli atenei del Centro-Nord. Ciononostante, il Sud è ricco di risorse umane, di competenze e di punte di eccellenza in alcuni settori dell’innovazione, che riescono ad affermarsi a livello nazionale e internazionale. Manca, tuttavia, un tessuto connettivo tra le università e le imprese. Si registra, inoltre, una difficoltà generale nel fare impresa: le imprese meridionali sono ancora troppo locali, sia nelle dimensioni ridotte, sia nell’incapacità di proiettarsi sui mercati esteri. 

          In ogni caso, il quadro economico e istituzionale del Sud non può essere considerato in maniera unitaria. Non esiste un unico Mezzogiorno, perché in esso convivono aree abbastanza sviluppate e sacche di arretratezza, i problemi delle zone costiere non sono gli stessi di quelle dell’interno, le aree metropolitane presentano potenzialità e punti deboli differenti da quelle rurali.

          Gli ultimi dati disponibili sullo stato di salute dell’economia del Sud fanno ben sperare: lo scorso anno il Pil del Sud è cresciuto dell’1% rispetto allo 0,7% del resto del Paese e l’occupazione è cresciuta dell’1,6%, che in termini assoluti si traduce in 94 mila occupati in più. Tali progressi non vanno però dispersi e devono essere sostenuti con politiche di sviluppo adeguate e coerenti.