Aspen at Expo – Clean cooking solutions for health and sustainability

Food Security, Nutrition and Global Health

Milano
8 Luglio 2015

Mangiare cibo cotto al barbecue piace a tutti, ma quella che nel mondo occidentale è un’abitudine allegra, legata alle occasioni di festa, in Africa e Asia è una delle principali cause di morte, disuguaglianze di genere e problemi ambientali, ed è ancora troppo poco conosciuta. La carenza di “clean cooking facilities” (“strumenti per cucinare in modo pulito”) secondo le stime dell’International Energy Agency, riguarda 2,6 miliardi di persone, che preparano i pasti utilizzando fiamma libera o fornelli inefficienti, alimentati da combustibili solidi come legna, carbone, carbonella, o liquidi, come il cherosene.

Il risultato? Livelli di inquinamento domestico estremamente elevati, emissioni di particolato, monossido di carbonio e di altri gas nocivi che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, causano la morte prematura di oltre 4 milioni di persone ogni anno, di cui il 60% sono donne, per tumori al polmone, patologie cardiache, polmonite. Queste esalazioni uccidono più esseri umani di aids, malaria e tubercolosi messe insieme. Un problema di cui non si parla abbastanza, ma che ha implicazioni enormi anche dal punto di vista economico e sotto il profilo ambientale (causa il 25% di emissioni di gas serra e deforestazione di ampie aree).

Chi corre maggiori rischi sono, dunque, le donne in prima linea dalla notte dei tempi, nei processi di approvvigionamento e cottura del cibo per tutta la famiglia: cucinare alla maniera tradizionale, a fiamma libera, in casa, è estremamente dannoso. Tuttavia, è un’abitudine dura a morire per il 38% della popolazione mondiale, nell’Africa Subsahariana e nelle zone dell’Asia in via di sviluppo.

Un mercato globale fiorente di fornelli e combustibili puliti potrebbe salvare delle vite, incrementare i mezzi di sussistenza (fino al 40% del reddito di famiglie povere viene impiegato nell’acquisto di legno), dare maggior potere alle donne e proteggere l’ambiente: il materiale usato maggiormente, il legno, è scarso e generalmente il compito di percorrere fino a 80 chilometri per procurarselo ricade su donne e bambini, che per questo sacrificano altre attività, compresa la scuola. Il punto di partenza per far sì che i fornelli di nuova generazione attecchiscano nelle aree rurali e non vengano utilizzati, come accaduto, come fioriere, è adattarli a chi li userà, e non il contrario: fare in modo che si possano utilizzare per cucinare i cibi che piacciono di più.

World Stove, una giovane benefit corporation nata 16 anni fa, ha sviluppato non solo stufe efficienti e pulite, ma anche un nuovo modello di business, che coinvolge le popolazioni locali come partner, produttori e commercianti. I suoi fornelli bruciano con un’efficienza del 92% il combustibile, costituito da pellet di biomasse, mentre il prodotto di scarto è il carbone, che poi viene usato come fertilizzante. World Stove crea microfabbriche dove gli abitanti del luogo producono sia il combustibile che i fornelli: alcuni hanno migliorato le stufe del progetto pilota, non volevano più restituirle, perché le sentivano già proprie. Rendere autosufficienti le popolazioni in via di sviluppo è un passo cruciale e World Stove sta riuscendo nell’impresa di farle emancipare dai grandi fornitori di gpl, rendendole produttrici di energia. Ciò vuol dire nuovi posti di lavoro, miglioramento della qualità della vita e diminuzione della spesa pro-capite. Inoltre, col fertilizzante prodotto dagli scarti della stufa, sono stati piantati 58mila alberi.

C’è ancora molto da fare, ma la sensibilità verso questo tema è in crescita, ottimi risultati sono stati raggiunti da Global Alliance for Clean Cookstoves, un’organizzazione nata nel 2010 da una partnership fra pubblico e privato, con 1200 partner in tutto il mondo: 20 milioni di famiglie hanno adottato l’uso di stufe intelligenti in cinque anni. E l’Oms ha stabilito per la prima volta gli standard di pulizia e salubrità dell’aria negli ambienti domestici, collabora con i governi per sviluppare know-how attuativi e raccomandazioni pratiche (tipo evitare la combustione domestica di cherosene) e sta creando banche dati internazionali per favorire la transizione a tecnologie più pulite.

A conversation on the culture of food

La cottura a legna e l’affumicatura fanno parte tradizionalmente della cultura del cibo. Si tratta di tecniche presenti ancora oggi nella cucina di tutto il mondo, ma che nelle società occidentali si sono evolute in modo sostenibile. I ristoranti più ricercati sono dotati di forni a legna: la carne affumicata e il caffè tostato sono profondamente radicati in numerose tradizioni alimentari, quella italiana in particolare. In passato la tostatura del caffè avveniva attraverso il legno, oggi i grandi produttori utilizzano il gas, il combustibile fossile che causa meno emissioni e consente maggiore controllo sul calore, anche rispetto all’elettricità. Dosato in quantità diverse, può generare un’enorme varietà di gusti.

La cultura e l’educazione al cibo sono radicalmente cambiate: nelle comunità contadine non si buttava via praticamente nulla, le famiglie vendevano le eccedenze al mercato e gli scarti, come le bucce delle patate o della zucca, venivano cucinate. C’era un ciclo completo di utilizzo del cibo a cui è necessario far ritorno. Ai bambini venivano assegnati dei compiti e venivano coinvolti nella preparazione dei pasti, il che aveva una notevole valenza educativa. Negli anni Sessanta fare ristorazione significava trasferire la propria cultura e le proprie tradizioni, oggi il focus è sull’innovazione e la creatività. È necessario inventare continuamente qualcosa di nuovo per restare in auge.

Il cibo può facilmente far approdare le donne al lavoro, anche nei paesi in via di sviluppo: far in modo che ne ottengano un reddito è una strada preferenziale per migliorare la loro qualità della vita. La spinta deve partire proprio dalle donne, che sono i soggetti promotori del cambiamento, il che risulta evidente, per esempio, nel contesto agricolo: nelle piantagioni di caffè le donne rivestono un ruolo fondamentale, hanno un sistema etico forte e ben radicato e sono capaci di gestire più attività simultaneamente. Sono, infatti, le donne che sempre più spesso raggiungono standard di eccellenza superiori rispetto alle controparti maschili.

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