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Agricoltura: dalla sicurezza alla sovranità alimentare

  • Roma
  • 9 Maggio 2023

        L’evento “Agricoltura: dalla sicurezza alla sovranità alimentare” ha permesso di affrontare molteplici tematiche del settore agroalimentare, che vale il 15% del PIL italiano. Emerge l’impatto notevole che il conflitto ucraino ha avuto sui mercati agricoli, in particolare sulle esportazioni dalla Russia e dall’Ucraina di grano tenero, di cui molti paesi della sponda sud del Mediterraneo sono carenti. L’Italia è fortunatamente un importante produttore di questa risorsa, mentre presenta carenze in altre, come il grano duro, elemento base per la produzione di pasta. L’iniziativa sui cereali del Mar Nero dello scorso luglio ha consentito di riprendere, da tre porti ucraini, le esportazioni di grano, sospese dopo l’inizio del conflitto nel precedente mese di febbraio. Il commercio è dunque ripartito, evitando l’acuirsi delle criticità sulle catene di approvvigionamento, che tuttavia permangono e alimentano tensioni speculative sui prezzi dei prodotti agricoli e sulla loro volatilità. Nel considerare lo scenario di mercato, occorre anche riflettere sulle asimmetrie che impongono limitazioni per gli agricoltori europei nell’uso di determinati prodotti chimici, mentre non vi si sono gli stessi limiti per i produttori extraeuropei che li utilizzano.   

        La produzione agricola italiana copre solo parte del fabbisogno nazionale in segmenti quali pane, pasta, settore zootecnico e oli vegetali, evidenziando la necessità di un approccio realista alla sovranità alimentare. I dati sulla produzione nazionale richiedono che l’autosufficienza in ambito agricolo sia affrontata da un lato con rigore, dall’altro senza gli eccessi burocratici che tendono a comprimere l’attività d’impresa. L’etichettatura dei prodotti, ad esempio, può avere rilevanti impatti negativi sul commercio internazionale e sull’export italiano. La proposta irlandese di un’etichetta salutistica sulle bevande alcoliche, tra cui il vino importato dall’Italia, sta suscitando l’opposizione anche da parte di Paesi come Stati Uniti e di Cuba. Si tratta di un chiaro segnale per il regolatore europeo. Un tema di recente attenzione è, inoltre, l’occidentalizzazione della dieta asiatica, che determinerà un necessario adeguamento della produzione internazionale, finalizzata al soddisfacimento di bisogni alimentari emergenti. 

        In generale, appare difficile trovare un equilibrio fra sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare, alla luce di una domanda alimentare crescente che richiede più produzione e meno spreco. L’innovazione di processo e di prodotto (anche genetica), sono state richiamate come soluzioni essenziali, attraverso un approccio multidisciplinare che coniughi produttività e sostenibilità, potenzialmente in grado di raggiungere l’equilibrio evocato. Si è sottolineato che un comparto agricolo forte è fondamentale per garantire un benessere generalizzato e distribuito alla popolazione. Un’interessante correlazione evidenzia che quando l’economia di un paese può contare su un settore agricolo ben sviluppato, generalmente si è in presenza di un ordinamento democratico.

        Occorre, in ogni caso, riconfigurare anche l’equilibrio tra produzione e lotta al cambiamento climatico: la transizione economica deve considerare quella ambientale, attraverso maggiori investimenti in capitale umano e nelle competenze degli operatori di filiera. Si è inoltre evidenziato come i parametri ESG (che esprimono la valutazione dell’impegno di un’azienda secondo la dimensioni ambientale, sociale e di governance) rischino di determinare una polarizzazione tra coloro che possono sostenere i costi per conformarsi ad essi e coloro che non ne hanno la possibilità.

        È importante notare che nella comunicazione pubblica, la rappresentazione del sistema produttivo primario in Italia è spesso condizionata da informazioni non realistiche, alcune derivanti da una narrazione favolistica (come presentata dalla pubblicità di diversi prodotti alimentari), altre da interpretazioni pseudoscientifiche. È fondamentale ristabilire un equilibrio che restituisca alle imprese agricole il ruolo tecnico-imprenditoriale attraverso la corretta comprensione delle loro attività e del loro contributo economico e sociale (su quest’ultimo punto si sottolinea l’importante onere degli agricoltori come “custodi del territorio” italiano e della sua manutenzione).   

        Infine, si è insistito sul tema della digitalizzazione del settore agricolo, con l’introduzione delle tecnologie ricomprese nel concetto di Agricoltura 4.0, che consentono il tracciamento di intere filiere, l’ottimizzazione della produzione e l’estrazione di valore dalla raccolta di big data. Questa nuova era dell’agricoltura è caratterizzata dall’utilizzo di strumenti come sensori, droni e analisi di dati avanzate. Il fattore tecnologico sarà la chiave per assicurare un binomio produzione-sostenibilità vincente. Sono state in aggiunta citate progettualità come le Cattedre UNESCO e il “Libro Bianco del Verde” di Assoverde, a sottolineare che lo sviluppo tecnologico può procedere solo se assistito da solide competenze. 

        In sintesi, le sfide per l’agricoltura italiana sono molto impegnative, in un contesto esterno di volatilità, di prezzi e costi crescenti, di cambiamento climatico, di competizione asimmetrica e di eccesso di pressione burocratica che comprimono l’attività d’impresa. In questo contesto risulta importante adottare un approccio multidisciplinare, che sia focalizzato alla promozione dell’innovazione tecnologica, del capitale umano e di una comunicazione più corretta e realistica.

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