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I giovani e la politica

  • Roma
  • 25 Marzo 2025

        La partecipazione dei giovani alla vita politica è un valore importante per ogni democrazia. Anche per questo deve essere motivo di allarme osservare che, negli ultimi anni, in Italia si è registrato un elevato tasso di astensione alle elezioni anche fra le nuove generazioni. In parallelo, il numero di giovani eletti in Parlamento è assai ridotto: nonostante la Costituzione consenta candidature alla Camera dei Deputati già a partire dai 25 anni di età, i giovani sono una significativa minoranza rispetto al numero complessivo di candidati ed eletti, con una quota inferiore al 7% fra i deputati. Si tratta di una tendenza radicata, visto che tra il 2018 e il 2022 gli eletti al Parlamento italiano sotto i 35 anni hanno subito un decremento dell’80%, passando da 133 a 27. 

        L’irrilevanza politica è anche il riflesso di una scarsa consistenza numerica: l’Italia è, infatti, il paese europeo con il più grave squilibrio generazionale, cioè con la più bassa incidenza di persone sotto i 35 anni sul totale della popolazione. Gli elettori italiani fra 18 e 35 anni sono il 17%. 

        Se è fondamentale proporre la partecipazione alla vita sociale e politica delle nuove generazioni, tuttavia è necessario evitare la trappola del giovanilismo che vede l’essere giovani come un valore in quanto tale. Una adeguata formazione politica, un patrimonio valoriale condiviso, la volontà di contribuire all’interesse generale della società non possono mancare in coloro che ambiscono a ricoprire ruoli guida all’interno di un sistema democratico. Del resto anche nei più giovani, come nella popolazione più adulta, le competenze, le esperienze e il sistema di valori possono essere più o meno forti, più o meno presenti. 

        In ogni caso, malgrado la crisi demografica renda il peso dei giovani sempre meno rilevante nella scena pubblica, è importante notare come la scarsa rappresentanza delle nuove generazioni all’interno delle istituzioni nazionali privi il dibattito politico della voce di una parte essenziale della società. Allo stesso modo, anche analizzando i programmi elettorali dei partiti si osserva quanto poco spazio venga dedicato all’approfondimento delle problematiche vissute dal mondo giovanile e all’elaborazione di soluzioni concrete e non retoriche alle domande pressanti del tempo presente.

        Le ragioni che portano le nuove generazioni a non interessarsi di politica sono naturalmente molteplici: da un lato, le difficoltà registrate nelle dinamiche dei partiti e le rilevanti barriere all’ingresso del contesto politico sono cresciute con la drastica riduzione, verificatasi negli ultimi anni, dei numeri dei seggi di rappresentanza a livello nazionale e nelle istituzioni locali, a seguito di referendum e interventi normativi; dall’altro, la necessità di completare con successo il proprio percorso formativo individuale e di trovare in tempi celeri una collocazione soddisfacente nel mercato del lavoro costituiscono, per i più giovani, le vere priorità, che fanno passare in secondo piano eventuali ambizioni di partecipazione attiva alla cosa pubblica.

        Per incentivare la partecipazione dei giovani alla vita politica è possibile considerare sia interventi normativi, che valutino ad esempio modifiche al sistema elettorale finalizzate a favorire una maggiore presenza delle nuove generazioni nelle liste elettorali, a livello nazionale e locale, sia una responsabilizzazione del sistema scolastico sul tema, affinché rafforzi insegnamenti quali storia ed educazione civica e valorizzi l’impegno nel volontariato e nella vita pubblica della propria città.

        Sarebbe auspicabile osservare anche da parte della classe politica nazionale un maggior desiderio di trasmettere agli under 30 le proprie esperienze e conoscenze. Risulta indispensabile l’impegno, da parte di tutte le forze politiche, a vedere nei loro giovani iscritti risorse preziose da formare e valorizzare e non, come talvolta accade, sfidanti la cui ascesa deve essere contrastata. La collaborazione fra generazioni diverse può e deve essere un valore sia per i singoli partiti che per la società tutta.

        In conclusione, è interessante osservare come le rilevazioni dei più recenti sondaggi in merito mostrino un maggior grado di fiducia nelle istituzioni europee da parte delle nuove generazioni, rispetto alla popolazione più adulta. La fiducia verso le istituzioni nazionali risulta in linea con il resto della popolazione, purtroppo su livelli medio-bassi, ad eccezione della Presidenza della Repubblica. Verso le Forze Armate e gli altri corpi dello Stato il livello di fiducia dei giovani risulta invece essere elevato, seppur leggermente inferiore rispetto a quello della popolazione con più di 35 anni di età.