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Design(are) il futuro: tecnologia, formazione, sostenibilità

  • Milano
  • 21 Aprile 2023

        La Design Week milanese celebra la ripartenza di un comparto industriale, quello del legno-arredo, che manifesta importanti segnali di vitalità sul fronte della crescita e delle esportazioni, grazie a un forte impegno delle aziende sui temi della tecnologia e della sostenibilità. La formazione del capitale umano rimane, in parallelo, un’altra leva di sviluppo, con la presenza sul territorio nazionale di 15.000 studenti in 91 istituti dedicati al design, fra cui le università e i politecnici svolgono un presidio fondamentale. 

        Riconoscere i successi del design italiano non significa, però, ignorare le problematiche che da decenni caratterizzano il comparto. La prima sfida è quella della crescita dimensionale, perché aziende più grandi hanno maggiori capacità di investire per affrontare da protagoniste la transizione ecologica e digitale. La seconda riguarda la capacità della filiera di rimanere agganciata alle tendenze di mercato, continuando a innovare e ad essere competitiva; in questo campo l’Italia sconta un certo svantaggio negli investimenti, e quindi nelle capacità, di marketing e storytelling. Si tratta di un deficit non solo delle aziende, ma del sistema-Paese in sé. 

        Il made in Italy potrebbe capitalizzare meglio le percezioni positive che suscita nei consumatori globali, ad iniziare dai primati ben riconosciuti nella cultura e nel turismo. Come in altri ambiti, invece, sembra mancare la capacità di fare sistema con una regia dall’alto. Questa è sostituita da un più complesso sistema di relazioni orizzontali che lasciano i vari attori liberi di sperimentare soluzioni basate sulla pratica, più che sulla programmazione. Si innesca così un processo che può apparire a volte disordinato, ma che ottiene risultati perché basato sulla forte creatività e sull’abilità diffusa nel trasformare tali idee creative in prodotti belli, tecnologicamente avanzati, durevoli nel tempo e sostenibili. Aspetti che sono l’essenza stessa del design italiano. 

        Il settore dell’arredamento va visto, allora, come parte di un ecosistema più ampio che declina la cultura italiana del progetto in tanti diversi contesti: dall’arredamento degli interni, agli spazi urbani arrivando ai servizi. Mettendo a sistema tutti i punti di forza, il design può continuare a beneficiare degli effetti di una globalizzazione di nicchia che ha portato prosperità a molte imprese italiane. Del resto, mentre la globalizzazione di massa ha innescato la deindustrializzazione di interi territori e comparti, tantissime eccellenze del made in Italy hanno trovato la propria dimensione in importanti nicchie di mercato che, proiettate su scala globale, offrono notevoli percorsi di crescita e prosperità.  

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