The Transatlantic future beyond Covid
La gestione della pandemia, e degli effetti socio-economici dei lockdown, è un grande test per la resilienza del rapporto transatlantico in un contesto globale piuttosto instabile.
La gestione della pandemia, e degli effetti socio-economici dei lockdown, è un grande test per la resilienza del rapporto transatlantico in un contesto globale piuttosto instabile.
La fase più acuta della pandemia ha causato, con i lockdown quasi ovunque nel mondo, una sorta di enorme esperimento nel controllo dell’inquinamento atmosferico, soprattutto nei grandi centri urbani – con vantaggi tangibili per la salute pubblica, seppure certamente di breve termine e ancora difficili da quantificare. Si tratta, in ogni caso, di un “rimedio” del tutto eccezionale e chiaramente non sostenibile. Eppure, ci sono alcuni importanti overlap tra le misure per la fase post-pandemia e l’azione a tutela dell’ambiente.
Covid-19 è per l’Italia, come per molti altri Paesi del mondo, un vero e proprio “ictus sociale “che impone al sistema economico e sociale una ripresa lenta della durata minima di due anni, se non di quattro, per i meno ottimisti. Il 65% degli italiani, secondo la DOXA, considera ancora prevalente la preoccupazione per l’emergenza sanitaria, a fronte di un 35% che teme per le conseguenze economiche della pandemia.
Nel valutare le prospettive economiche europee, si può partire dall’osservazione che siamo di fronte a uno shock esogeno, simmetrico nelle origini ma asimmetrico negli effetti (perché assai diverse erano le condizioni economiche di partenza di ciascun Paese o zona della UE): è comunque decisivo che stia emergendo – dopo una prima fase di esitazione – una narrativa comune e un atteggiamento condiviso sulle priorità e alcuni strumenti.
Un virus, diventato pandemia, che ha messo in ginocchio l’economia mondiale: Covid -19 è fenomeno di portata epocale, con una inusitata velocità di propagazione, con forte spinta evolutiva e grande capacità di penetrazione, soprattutto in realtà molto fragili.
La pandemia ha colto gli Stati Uniti in una delicata fase pre-elettorale in cui il Presidente in carica scommetteva moltissimo su una crescita economica solida e prolungata, mentre il Partito Democratico offriva un’alternativa incentrata almeno in parte su un maggior ruolo dello Stato nella redistribuzione dei redditi e nella fornitura di servizi essenziali – compresa la sanità.