L’innovazione è la chiave per rendere più competitiva l’Italia. É con questa convinzione che alcuni membri della comunità dei “Talenti italiani all’estero” di Aspen Institute Italia hanno dato vita a un gruppo di lavoro, i cui risultati sono stati tradotti in un Libro Bianco che ha portato all’avvio di un progetto concreto dedicato alle start-up.
L’obiettivo è promuovere nel nostro Paese la diffusione del mentoring, una metodologia di formazione che offre alle imprese innovatrici la possibilità di creare – attraverso dei tutor – un rapporto di “apprendimento guidato” nel medio-lungo periodo. Una soluzione che aiuterebbe la crescita delle start-up anche in un mercato che presenta ancora molti ostacoli come quello italiano.
Il primo incontro con gli imprenditori in erba, tenutosi a fine 2012 a Bologna sembra aver dato ottimi riscontri: raccontano l’esperienza Monica Beltrametti (Direttore dello Xerox Research Centre Europe) e Stefano Scarpetta (Vicedirettore OCSE per l’impiego, il lavoro e gli affari sociali) che hanno promosso questa iniziativa con i loro colleghi Luigi Boaretto (Director, Mining Chemicals Africa Strategy di BASF) e Andrea Goldstein (Senior economist OCSE).
Avete riunito a Bologna un gruppo di start-up per metterle a confronto con specialisti. Per quale motivo?
Monica Beltrametti
Tutto nasce circa un anno fa, grazie a un confronto comune sull’innovazione all’interno della comunità dei “Talenti italiani all’estero” di Aspen Institute Italia da cui è nato il nostro Libro Bianco “L’innovazione come chiave per rendere l’Italia più competitiva”. Il lavoro è poi proseguito con il prezioso coinvolgimento del Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, focalizzandosi sulle strategie per incentivare il capitale umano e sulle possibili soluzioni per migliorare il finanziamento delle start-up con forte potenzialità d’innovazione in Italia.
Quale il ruolo del mentoring nel favorire l’innovazione?
Monica Beltrametti
È proprio per implementare le idee nate dal gruppo di lavoro che abbiamo deciso di partire dal mentoring, cioè una relazione di medio-lungo termine fra il management di start-up innovatrici da formare e un mentor che fa da guida. Abbiamo organizzato così un incontro aperto alle imprese innovative a Bologna, appoggiandoci al progetto Spinner della Regione Emilia-Romagna, chiedendo alle start-up di presentare il loro progetto davanti a una platea di specialisti. Per aiutare la competitività bisogna, infatti, formare e far crescere questi talenti. Quella emiliana è un’area particolarmente ricca di imprenditorialità, con circa 800 nuove imprese innovative, specializzate soprattutto nell’IT, nel biomedicale e nella green economy. I riscontri sono stati molto positivi e la nostra impressione è che le presentazioni realizzate dalle aziende fossero ottime.
Altro nodo: i finanziamenti alle start-up. Come aiutare le imprese innovative?
Stefano Scarpetta
Ottenere credito per le nuove imprese innovative è molto difficile in Italia e non solo nell’attuale fase congiunturale; e del resto mentoring e finanziamenti sono intimamente collegati. Il mentoring permette di trasformare un progetto innovativo in un’iniziativa operativa, ma per concretizzarla occorrono poi fondi e l’Italia purtroppo ha un sistema di venture capital – cardine in altri Paesi nel sostegno alle giovani imprese innovative – insufficiente. E questo perché manca spesso un mercato adatto a far crescere un’impresa e valorizzarne gli investimenti.
L’Italia, inoltre, spende molto poco in ricerca e sviluppo – l’1,2% del PIL contro una media OCSE compresa fra il 2 e il 3% – penalizzando gli investimenti in quel capitale intangibile che è fondamentale per la competitività delle imprese e del Paese. Le giovani imprese – se sostenute – potrebbero fare di più per l’innovazione: basti pensare che negli Stati Uniti il 20% dei brevetti arriva da start-up. Diversamente, in Italia questa soglia si ferma al 5%.
Sono possibili soluzioni per superare i limiti attuali del sistema italiano?
Stefano Scarpetta
A nostro avviso una soluzione può partire dalla creazione di un fondo che permetta di coniugare sostegno strategico per il business plan con sostegno finanziario per la prima fase operativa della start-up, ovvero per mettere in atto i suggerimenti che i tutor danno ai propri allievi. Questo modello di finanziamento e sostegno di management è stato sperimentato con successo in altri paesi tra cui il Regno Unito e la Francia. Un tema di discussione su cui ci stiamo misurando è come creare questo fondo: all’origine vi potrebbero essere finanziamenti pubblici capaci poi di attirare partner privati. Tuttavia, si tratta di un percorso di lavoro lungo. Nel frattempo pensiamo di allargare l’iniziativa ad altre regioni andando a valorizzare le diverse realtà del territorio. L’idea del mentoring non è del tutto nuova in Italia e già esistono network. E questo progetto pilota, grazie a un riscontro superiore alle aspettative, ci ha dimostrato che la domanda per iniziative come questa è davvero molto elevata.