Un dato di fondo nel valutare le prospettive del Brasile può essere così sintetizzato: il sistema politico-istituzionale del Paese è solido (caratteristica unica tra le maggiori economie emergenti, in questa fase), a dispetto di una polarizzazione politico-sociale che rimane piuttosto marcata, mentre l’economia mostra segnali di notevole dinamismo pur in presenza di persistenti squilibri e punti deboli.
L’economia brasiliana è ben diversificata sul piano industriale, sia manifatturiero che dei servizi, poggiando comunque su un’ampia base di risorse naturali e materie prime. Le filiere “verdi”, inoltre, sono particolarmente sviluppate, il che pone il Paese in una posizione vantaggiosa nel contesto delle nuove catene del valore e di alcune tecnologie all’avanguardia. A complemento di queste caratteristiche positive, ci sono ottime competenze diffuse sia a livello del management sia a quello della manodopera specializzata – cosa che è assai meno vera, ad esempio, negli Stati Uniti e in parti dell’Europa. D’altra parte, vi sono ben noti e persistenti problemi, insieme ad alcune debolezze specifiche, come i tassi d’interesse piuttosto alti e le infrastrutture non all’altezza delle esigenze di un Paese vastissimo. C’è poi una notevole complessità normativa (sia fiscale sia per il mercato del lavoro) che può ostacolare le attività imprenditoriali.
Le recenti performance economiche del Brasile sono comunque buone, anche se non straordinarie, con solide prospettive di crescita equilibrata. Dal 2008 il Paese ha dimostrato una grande capacità, spesso imprevista, di uscire rapidamente dalle fasi di rallentamento del PIL (comprese tre recessioni), dovute in parte a fattori internazionali e in parte a dinamiche interne.
Le principali politiche economiche del governo Lula stanno ottenendo valutazioni positive dalle agenzie di rating e dalle maggiori istituzioni internazionali, creando condizioni favorevoli per attirare capitali e grandi operazioni industriali.
Gli investimenti in corso e quelli programmati riguardano soprattutto i settori strategici delle infrastrutture, della sanità, della sostenibilità ambientale e della difesa. L’interesse crescente degli investitori internazionali conferma la buona direzione di marcia intrapresa dal Paese. L’economia si sta dimostrando vitale e adattabile rispetto al mutamento continuo del contesto e delle filiere globali, con una buona diversificazione dell’export per settori merceologici. La forza del Brasile come vera potenza agricola assume particolare rilevanza a fronte dei problemi emersi in questi ultimi anni nelle grandi filiere alimentari.
Molti degli obiettivi interni del Brasile sono anche centrali nel programma di Presidenza del G20 in questo 2024, con una forte enfasi sulla lotta alle disuguaglianze.
Tali sviluppi si inseriscono in un contesto globale che si sta muovendo disordinatamente verso un sempre maggiore multipolarismo, un fenomeno a cui il Brasile sta contribuendo dalla sua prospettiva e che dovrà essere meglio governato nel prossimo futuro per contenerne gli aspetti più conflittuali e negativi. L’impostazione al momento prevalente da parte dei BRICS (sospinta soprattutto dalla Cina) è preoccupante, ma può essere in parte modificata secondo una visione più complementare e meno antagonistica verso il mondo occidentale e i Paesi OCSE/G7. In tal senso il Brasile può svolgere un ruolo costruttivo come ago della bilancia rispetto a delicati equilibri diplomatici.
Guardando al livello bilaterale Italia-Brasile, le visite ufficiali ai livelli più alti previste per quest’anno testimoniano la solidità dei rapporti, rafforzata dalle celebrazioni per i 150 anni dell’immigrazione italiana nel Paese.
L’interscambio attuale è dunque fondato su legami storici e culturali di grande intensità, ma anche su un’effettiva complementarietà economica. Ciò è attestato soprattutto dalla presenza consolidata di imprese italiane che operano in Brasile in vari settori: una presenza che ha notevoli margini di crescita, in particolare se le politiche economiche del governo continueranno a essere improntate a un sostanziale pragmatismo assieme a un’enfasi proprio sull’apertura verso il resto del mondo. Dal punto di vista italiano, il Brasile è, oltre che un mercato e un partner importante, una piattaforma ideale per coltivare rapporti con altri Paesi latinoamericani.
In chiave intergovernativa, si potrebbe puntare anche ad alcune forme di coordinamento tra G7 e G20, con una prospettiva di rafforzamento del ruolo dei due Paesi nel rilancio della cooperazione multilaterale in vari forum.