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La durata del mandato degli amministratori delle Società per Azioni

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  • 25 Settembre 2023

        Il presente documento intende condurre un approfondimento sulla durata del mandato degli amministratori delle società a controllo pubblico. Le proposte e le analisi fornite riguardano unicamente gli amministratori delle società a partecipazione pubblica, così come definite ai sensi del Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (in sigla TUSP) aggiornato con le modifiche apportate, da ultimo, dalla Legge 29 dicembre 2021, n. 2333. In particolare, la proposta riguarda unicamente le società controllate dallo Stato Centrale attraverso le sue Amministrazioni Centrali/i Ministeri e non le società controllate dagli enti locali.

        La normativa attuale prevede per i presidenti, gli amministratori delegati e i membri dei consigli di amministrazione delle Società per Azioni un mandato della durata massima di tre anni. Partendo dalle criticità della disciplina ordinaria – contenuta nell’articolo 2383 del Codice civile, quando applicata alle società partecipate pubbliche – e facendo poi riferimento alla normativa sul tema degli altri grandi paesi europei, si intende proporre l’introduzione di una disciplina speciale che estenda la durata in carica degli amministratori delle Società per Azioni a controllo pubblico, al fine di garantire uno sviluppo industriale di quest’ultime più orientato al medio-lungo termine.

        La presente proposta prevede nel dettaglio di estendere il mandato degli amministratori delle S.p.A. a controllo pubblico ad almeno quattro anni. Il documento è da intendersi come risorsa per un intervento normativo, oltre che come uno spunto di più ampia riflessione.

        La governance delle società partecipate dallo Stato, infatti, è oggi un tema centrale, considerato il peso di queste ultime nel sistema economico italiano e il ruolo che stanno svolgendo anche nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

        Tale proposta ha dunque come scopo l’indagare nel dettaglio il tema, interrogandosi se un mandato da amministratori di soli tre anni sia una scelta di governance saggia per il Sistema Paese nel suo complesso, e lo scopo di formulare una proposta concreta: incrementare la durata del mandato degli amministratori delle S.p.A. a controllo pubblico da tre a quattro anni per estendere il periodo di attuazione dei piani industriali e ridurre al tempo stesso il numero delle fasi di incertezza e sostituzione/rinnovo dei vertici.

        Ciò richiederebbe l’introduzione di una disciplina speciale per i vertici delle società controllate dallo Stato al fine di evitare l’applicazione della disciplina ordinaria contenuta nel Titolo Quinto, Libro Quinto del Codice civile.

        La proposta qui esposta include anche la valutazione di un numero massimo di rinnovi, ad esempio pari a una o due volte. L’idea di un mandato rinnovabile una sola volta, ad esempio, per un totale massimo di otto anni di gestione, nasce dal constatare anche come rinnovi continui delle stesse figure di vertice possano in alcuni casi portare le organizzazioni a perdere la loro capacità di innovarsi; nella convinzione che un ricambio generazionale e di approccio anche nella vita delle grandi aziende di Stato possano sempre essere fattori alla base di un rinnovato slancio e sviluppo.

        Il documento indaga anche il contesto normativo sul tema della durata del mandato dei vertici aziendali nelle principali economie europee, come Germania, Francia e Regno Unito, al fine di esprimere osservazioni sul sistema italiano del “triennio”, tenendo in considerazione le prassi seguite da altri grandi Stati.

        Al fine di verificare la validità della proposta di intervento normativo, lo studio, infine, include le evidenze di una serie di interviste a un campione di presidenti o amministratori delegati di primarie aziende pubbliche italiane – in carica attualmente o nel recente passato, condotte in via riservata – e i cui risultati sono presentati in forma anonima. A ogni intervistato è stata così concessa la possibilità di esprimere, senza condizionamenti, il proprio punto di vista sul tema specifico oggetto dell’analisi.

        Il riscontro è stato quasi unanime in favore dell’estensione della durata in carica degli amministratori delle società a controllo pubblico. La maggior parte degli intervistati ha fatto presente che piani industriali anche solo triennali hanno necessariamente bisogno di amministratori in carica per più di tre anni, considerando una serie di elementi che vanno dai tempi per la redazione dei piani stessi all’analisi dei risultati e ai mesi necessari a ogni nuovo vertice aziendale per conoscere la macchina organizzativa che si è stati chiamati a dirigere.

        Mandati più lunghi per i vertici delle grandi aziende di Stato potrebbero essere un vantaggio per il “Sistema Paese”, in quanto garantirebbero il perseguimento di obiettivi più di medio e lungo periodo rispetto ad oggi.

        Infine, il documento si conclude con l’invito a considerare l’estensione del mandato anche per gli amministratori delle grandi società quotate private. Gli obiettivi in chiave di sostenibilità ambientale e sociale – che anche queste ultime sono chiamate a porre al centro dei loro piani industriali e strategici – necessitano di una visione di medio-lungo periodo, che mal si concilia con una durata in carica triennale degli amministratori.

        Il documento è stato predisposto con il coordinamento scientifico di Piero Gnudi e la redazione di due Aspen Junior Fellows (AJF) di Aspen Institute Italia: Nicolò Angeli Bufalini e Villy de Luca. L’Introduzione è di Fabiana Massa Felsani.