Vai al contenuto

La battaglia di Pavia e il futuro della difesa europea (1525 – 2025) – III edizione

  • Ricerca
  • 19 Ottobre 2024
        Per il terzo anno consecutivo, il 19 ottobre 2024 Aspen Institute Italia ha celebrato con una conferenza sul futuro della difesa europea la ricorrenza della Battaglia di Pavia – evento europeo, moderno e rivoluzionario – a pochi mesi dal suo cinquecentesimo anniversario: il 24 febbraio 1525.
        Questa terza edizione della conferenza si concentra sul potere navale e sul diritto alla libera navigazione, e dunque tanto sulla dimensione marittima della guerra in Ucraina che sulle sfide che caratterizzano questo dominio anche in altre aree, e il ruolo che Italia, Europa e NATO vi svolgeranno. Per questa ragione, la conferenza si è avvalsa della collaborazione della Marina Militare.
        Il Rapporto allegato è stato realizzato da Aspen Institute Italia, Leonardo, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, in collaborazione con la Marina Militare. L’Europa della difesa richiede oggi passi avanti concreti: ciò vale, ovviamente, in ogni ambito ma è evidente e attuale nel dominio navale. In un’epoca caratterizzata da cooperazione internazionale, rispetto del diritto dei mari e multilateralismo, il ruolo strategico del potere navale è motivato da crescenti sfide e minacce. Da almeno due decenni più paesi stanno cercando di estendere unilateralmente i confini delle proprie acque territoriali in maniera ibrida, non-convenzionale o coercitiva, in spregio del diritto internazionale. La diffusione di droni e missili anti-nave, sistemi navali senza pilota, mine di nuova generazione e sottomarine rende il dominio navale ancora più conteso, e dunque le operazioni più rischiose e meno efficaci.
        Parallelamente, capisaldi dell’economia mondiale, quali porti, piattaforme petrolifere, gasdotti, oleodotti e cavi sottomarini sono soggetti ad una crescente gamma di minacce, accelerate dalle nuove tecnologie, spinte dalla crescente conflittualità e competizione internazionale, favorite dal cambiamento climatico che facilita le operazioni in aree meno accessibili (si pensi all’Artico). In questo contesto la difesa europea nel dominio marittimo richiede la cooperazione di più attori, dalle marine nazionali alle guardie costiere, dall’industria alle aziende energetiche. Alcuni sviluppi tecnici, tecnologici e concettuali acquisiranno crescente importanza per assicurare la sicurezza e la difesa negli anni a venire e sui quali l’Europa non può essere in ritardo. I droni sono senz’altro tra le piattaforme più rilevanti. Largamente diffusi, ampiamente usati sia a livello terrestre, che aereo e navale, hanno una portata rivoluzionaria per l’esponenziale capacità che incorporano di identificare e colpire obiettivi, anche a distanza, così come di realizzare a basso costo una superiorità numerica. Ciò ovviamente richiede investimenti tanto in droni che in capacità anti-drone di varia natura: cinetica (missilistica), energetica (laser), elettronica e cyber. Accanto ai droni, vanno poi considerate le armi ipersoniche, una categoria di missili di vario tipo, che per via della capacità di raggiungere velocità sostenute (superiori a Mach 5), a cui si aggiunge per alcuni l’alta manovrabilità, permetterebbe di penetrare spazi aerei difesi dai più avanzati sistemi anti-missilistici. Un altro capitolo importante riguarda il cyber, lo spazio e l’interazione tra i due. Sarà necessario proteggere le proprie reti militari da attacchi avversari, ma anche interagire con gli attori commerciali per evitare che attacchi nei loro confronti possano compromettere parte dell’infrastruttura su sui si basano le economie e, sempre di più, le forze militari occidentali, con possibili conseguenze negative per entrambi.
        Un altro aspetto di rilevante attualità è la rivoluzione nello spazio, aperta dall’abbattimento dei costi di lancio, dal progresso nell’elettronica e nell’evoluzione del software che permette da una parte un maggiore sfruttamento del dominio spaziale e, dall’altra, una nuova contesa per lo spazio a cui sarà essenziale che ogni attore contribuisca: le forze armate per la dottrina e i requisiti operativi, i governi per il finanziamento degli investimenti e per l’elaborazione di strumenti di governance adeguati, e ovviamente l’industria e l’intera catena del valore con tecnologie e capacità. L’Europa, deve mantenere la propria storica posizione di leader nello spazio, e non può permettersi di rimanere indietro in questo campo. Altro ambito nel quale l’Europa non può permettersi ritardi è l’intelligenza artificiale, che avrà sempre più applicazioni anche nel mondo della sicurezza e della difesa, per via del suo contributo fondamentale, tra gli altri, all’avvistamento, identificazione e tracciamento di obiettivi mobili o statici avversari, in contesti tecnicamente e strategicamente complessi.