La Conferenza, nel 2024 alla sua terza edizione, promuove un dibattito sulla difesa comune europea, valorizzando le analogie fra un evento rivoluzionario, la battaglia di Pavia, e le attuali sfide geopolitiche.
Dal dibattito è emersa la condivisione dei partecipanti sulla necessità di difendere, non solo promuovere, pace e democrazia come valori fondanti dell’Unione Europea. Per questo scopo è decisivo avere strumenti militari adeguati, capaci di esercitare una efficace deterrenza verso le potenziali minacce. Insieme alla diplomazia, la difesa può fare molto per tutelare la stabilità del Vecchio Continente. L’Europa è stata infatti scossa da due grandi conflitti vicini ai suoi confini, in Ucraina e in Medio Oriente, che hanno cambiato drasticamente le priorità di tutti gli strumenti di difesa degli Stati europei.


La Conferenza ha evidenziato anche il ruolo centrale della “cultura della difesa”; la necessità cioè che le opinioni pubbliche occidentali colgano l’importanza di assicurare stabilità, pace e sicurezza per i cittadini e imprese con strumenti di difesa credibili, e nel sostegno dei compiti e valori di peacekeeping e tutela della sicurezza che le forze armate europee promuovono.
Gli investimenti europei nel settore della difesa devono essere indirizzati verso lo sviluppo e la cooperazione delle industrie nazionali presenti nell’UE, favorendo l’innovazione, l’occupazione e le tecnologie europee. Il rapporto fra industria, forze armate, università e società civile va rafforzato attraverso nuove forme di collaborazione, scambi di idee, condivisione di competenze.
Oggi le forze armate dei Paesi europei hanno in servizio mezzi terrestri e aerei di tante tipologie diverse. L’uso di piattaforme differenti pone sfide logistiche e costi insostenibili se si intende lavorare alla costruzione di un’efficiente difesa comune che richiede strumenti militari più allineati in termini di equipaggiamenti e tattiche di impiego. Ciò anche per consentire all’industria europea il raggiungimento di economie di scala oggi ancora non sfruttate nel settore della difesa.
È stato sottolineato che discutere di difesa comune non significa diminuire il ruolo della NATO, o l’importanza delle relazioni fra Europa e Stati Uniti che restano un pilastro della sicurezza occidentale. Si auspica, inoltre, una politica comune della difesa aperta a una rinnovata collaborazione tra Unione Europea e Regno Unito.
Nella Conferenza si è ribadito quanto sia cambiato negli ultimi anni lo scenario di riferimento delle forze armate: droni, IA, missili ipersonici e nuove tecnologie stanno mutando radicalmente i conflitti. Una rivoluzione militare. Al tempo stesso la difesa “tradizionale”, fatta di numeri adeguati, reclutamento, sistemi d’arma terrestri, navali e aeronautici moderni e nelle quantità necessarie, resta una priorità.











In occasione della Conferenza è stata pubblicata la terza edizione del Rapporto “La battaglia di Pavia e il futuro della difesa europea (1525-2025)”. Il documento del 2024 ha dedicato un approfondimento particolare alla dimensione navale della difesa europea, anche alla luce di quanto sta accadendo nel Mar Nero e nel Mar Rosso. Si è ritenuto di dedicare attenzione alle sfide che le marine occidentali sono chiamate ad affrontare anche nella consapevolezza della rilevanza strategica che molte infrastrutture presenti sui fondali stanno acquisendo: dal gas, fondamentale per le nostre industrie, alla rete internet, che utilizziamo ogni giorno, sono tante le risorse che viaggiano sotto il mare rendendo il controllo di questa dimensione una priorità.
L’Italia vanta una lunga tradizione navale ed è tra le prime potenze navali al mondo. Per la sua posizione geografica, l’Italia ha una proiezione marittima e, dunque, deve avere una forza navale con capacità adeguate. In questo scenario tre aspetti meritano attenzione. In primo luogo, l’Italia ha sempre avuto un’importante capacità sottomarina che continua tutt’ora e che va ulteriormente sviluppata. In secondo luogo, nel corso degli ultimi decenni, la Marina Militare ha intrapreso un’importante modernizzazione che ha visto entrare in servizio nuove e moderne unità. In questo contesto, l’ultima questione riguarda l’innovazione su cui la Marina Militare sta concentrando i propri sforzi, anche con una specifica attenzione alla qualità e consistenza del proprio personale in linea con le crescenti sfide.
Come sottolineato nelle precedenti edizioni della Conferenza, tutti gli stati dell’UE devono ripensare alcuni degli assunti su cui hanno agito negli ultimi anni: le spese per la difesa tornano oggi a crescere nel Vecchio Continente, ma sulla difesa comune servono ancora passi significativi. Un compito affidato alle istituzioni, più che agli strumenti militari, già pronti a seguire le direttive che l’UE vorrà loro dare.