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Inflazione: cause, conseguenze e sfide per Istituzioni e imprese

  • Roma
  • 6 Luglio 2023

        I dati degli ultimi 12 mesi parlano chiaro: l’inflazione è tornata. Dopo 30 anni di relativa stabilità dei prezzi, il 2022 verrà ricordato come l’anno in cui l’inflazione ha dominato la scena economica ed è ancora oggi al centro dell’attenzione di economisti, banche centrali e politica. La globalizzazione aveva portato con sé l’illusione che si potesse finanziare a tasso zero la crescita economica, convincendo i più che una domanda crescente per beni e servizi potesse essere assorbita senza causare un aumento dei prezzi. Un’inflazione che per anni si è assestata al di sotto della soglia del 2%, anche di fronte a tassi di interessi prima nulli e poi negativi, sembrava relegare il fenomeno inflattivo ai libri di storia.  

        Le prime avvisaglie di ripresa del fenomeno inflativo, verso la fine del 2021, erano state bollate come temporanee e dunque largamente ignorate dai banchieri centrali che sono chiamati ad intervenire solo laddove il problema rischi di diventare permanente. La narrativa più diffusa era quella secondo la quale i consumatori, costretti a casa dai lockdown del 2020 e 2021, avevano prima aumentato la quota di spesa per i beni in un momento in cui la produzione soffriva un rallentamento significativo e poi focalizzato il loro potere di spesa su quella categoria di servizi di cui erano stati privati per 18 mesi quali ristoranti e viaggi. La concomitanza tra domanda in forte crescita ed aumento dei prezzi dell’energia a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina ha costretto, nel marzo del 2022, la Federal Reserve Americana a intervenire con un primo aumento dei tassi di interesse. 

        Nonostante a questo primo aumento ne siano seguiti molti altri, sia in America per mano della Fed che in Europa per decisione della BCE, l’inflazione resiste con forza nella nostra economia anche a causa dell’avvento di politiche nazionalistiche volte a riprendere il controllo delle catene di produzione. Le tensioni a livello geopolitico hanno messo in evidenza le fragilità delle economie occidentali che hanno optato per una produzione distribuita in maniera capillare per il globo. Guidati dalla necessità di garantire l’approvvigionamento di beni considerati strategici per la sicurezza nazionale, molti governi hanno deciso di incentivare una re-industrializzazione selettiva, consapevoli che nel breve periodo questa scelta potrebbe impattare negativamente sia i volumi che i costi dell’offerta. 

        L’inflazione, dunque, fatica a scendere e le conseguenze della stessa continuano a farsi sentire. In primo luogo, l’aspettativa di un’inflazione più alta per un lungo periodo influenza il comportamento di imprenditori e consumatori.  I 3/4 della popolazione mondiale dichiarano, infatti, in un recente sondaggio, di aver attuato o pianificato una riduzione delle spese per il 2023 con pesanti ripercussioni sull’occupazione e sulla crescita. In secondo luogo, il persistere dell’inflazione acuisce le disuguaglianze sociali data la natura orizzontale e non progressiva di questa “tassa occulta”, andando ad aumentare il rischio di disordini sociali. Infine, andando ad abbattere il reddito reale, l’inflazione di rischia di portare da 2 a 2,3 milioni il numero di famiglie italiane in povertà assoluta, per un totale di 6,4 milioni di persone.

        Le gravi conseguenze dell’inflazione impongono di agire rapidamente. Ancora oggi non vi è accordo circa le soluzioni specifiche da adottare per far rientrare l’inflazione nei limiti del 2% senza causare una recessione; tuttavia dal dibattito è emerso a più riprese l’invito ad aumentare la cooperazione tra la banca centrale e il governo. La banca centrale, infatti, può frenare la domanda aumentando i tassi di interesse, ma questo porterà inevitabilmente ad una diminuzione degli investimenti da parte delle imprese. Solo il governo può mettere in atto delle politiche volte a controbilanciare gli effetti della stretta all’erogazione del credito, incentivando gli investimenti delle imprese consapevoli che l’innovazione ed il progresso tecnologico sono gli strumenti migliori per combattere l’inflazione nel lungo periodo. 

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