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Inclusione e lavoro: un percorso basato su motivazione, diversità ed equità

  • Milano
  • 8 Giugno 2023

        Il mondo del lavoro è uno degli snodi da cui passano molte problematiche sociali che il Paese sta affrontando. Le crescenti disuguaglianze interessano non solo chi ha perso l’impiego, ma anche quei lavoratori che, nonostante la presenza di un reddito, hanno comunque difficoltà a quadrare il bilancio familiare: si tratta di una sfida per i cittadini, le istituzioni, il sistema formativo, le aziende e il terzo settore. 

        L’inclusione diventa, quindi, uno degli obiettivi su cui insistere non solo per aumentare la coesione sociale, ma anche per non sprecare capitale umano in uno scenario demografico avverso per l’Italia. Questo significa valorizzare al meglio tutte le competenze presenti nel Paese, eliminando quegli ostacoli che ancora esistono nella promozione della diversità negli ambienti di lavoro e nel raggiungimento dell’equità di trattamento. Di pari passo è necessario aumentare l’attrattività del tessuto economico per i talenti internazionali, lavorando sul trattenimento dei cervelli o comunque su una circolazione che non comporti per l’Italia una perdita netta di giovani lavoratori qualificati. 

        In un tale sforzo, le imprese possono rimettere al centro alcuni valori, ad iniziare da una visione di lungo periodo, accompagnata dalla flessibilità necessaria nel complesso contesto attuale, e arrivando fino alla creazione di una leadership capace di promuovere davvero le competenze. 

        È questa la chiave per offrire alle risorse umane la motivazione necessaria per crescere e far crescere le aziende. Oltre alla promozione e al riconoscimento del merito e dei talenti, per le nuove generazioni diventa fondamentale un ambiente di lavoro che presenti livelli elevati di impegno e impatto sociali. La partecipazione a progetti di inclusione (in collaborazione con il terzo settore) può offrire alle aziende e ai loro collaboratori uno scopo che rafforza l’organizzazione. 

        In questo scenario le tecnologie hanno sicuramente un ruolo importante anche se a volte contraddittorio. Se il rafforzamento delle competenze digitali rimane, infatti, uno dei principali vettori per creare “occupabilità” anche nei tessuti sociali più fragili e favorire l’inclusione, la veloce diffusione delle nuove tecnologie contribuisce alla creazione di disuguaglianza con effetti importanti e molto rapidi sul mercato del lavoro. 

        Per contrastare tali effetti e garantire che il progresso tecnologico sia un vettore di benessere collettivo, è necessaria un’azione di insieme che metta in dialogo il sistema formativo, dalle scuole fino alle università, con il mondo del lavoro e con il terzo settore. L’obiettivo deve essere quello di un confronto continuo in grado di superare, anche attraverso un’opera di formazione continua, il mismatch fra le competenze offerte e quelle richieste che oggi caratterizza alcuni settori importanti dell’economia nazionale. 

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