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Il futuro dei Social Networks e l’Intelligenza Artificiale

  • Milano
  • 6 Febbraio 2024

        A vent’anni dalla nascita della piattaforma digitale Facebook, che per prima è riuscita a connettere quattro miliardi di utenti, una nuova sfida interessa il settore dei social media: l’attenzione alle future implicazioni dell’intelligenza artificiale (IA) e al loro impiego su vasta scala in dispositivi personali. Se dal 2010 si è iniziata a consolidare la fruizione di contenuti digitali in modalità mobile, oggi si registra una nuova tendenza che porta a un crescente utilizzo di dispositivi indossabili. 

        In questo contesto l’IA assume un ruolo cruciale, trasformando la concezione stessa dei social media. La navigazione attraverso i dispositivi indossabili delinea, infatti, un nuovo capitolo nella storia della connettività. Questi oggetti non sono semplici strumenti di accesso ai contenuti, ma diventano veri e propri assistenti personali, anticipando e soddisfacendo le esigenze degli utenti in modi sempre più sofisticati.

        Il paradigma cambia ulteriormente quando si considera l’evoluzione dell’IA da mero supporto a protagonista nella generazione di contenuti. Non si tratta più solo di rispondere alle richieste degli utenti, ma di anticiparle in base ai loro comportamenti e alle loro abitudini. In un tale scenario, l’interrogativo principale riguarda la possibilità di mantenere le persone al centro dell’evoluzione tecnologia e il loro ruolo in questo processo. Nel passato, il fruitore dei social media si è tendenzialmente adattato alle novità introdotte dalle piattaforme. Così, la capacità di visione delle grandi compagnie tecnologiche si è concretizzata in proposte innovative, studiate sulla base delle sensibilità percepite dell’utenza, ad esempio ricorrendo alle logiche CAU (Care About Users). L’approccio antropocentrico ora si confronta ora con una nuova realtà in cui le macchine non solo rispondono alle esigenze umane, ma le plasmano attivamente. 

        La responsabilità sociale delle piattaforme digitali si pone, quindi, come un tema centrale, poiché esse diventano non solo veicoli di informazione, ma veri e propri influenzatori delle dinamiche sociali. La necessità di trasparenza e regolamentazione diventa imprescindibile per garantire un utilizzo etico e responsabile dell’IA nei media.

        L’impatto sociale prodotto dalle nuove tecnologie, del resto, non è affatto trascurabile, e le maggiori società del settore riconoscono la necessità di confrontarsi apertamente con le tematiche di policy, privacy e trasparenza. Ciò assume particolare rilevanza in un anno decisivo per la democrazia globale, che vedrà circa il 51% della popolazione mondiale chiamata alle urne. La “piazza digitale” offerta dai social media sarà terreno di dibattito acceso tra gli esponenti politici e gli schieramenti ideologici: una circostanza che, oltre a questionare ulteriormente il valore di riferimento incarnato dai partiti politici, riporrà il tema della sovra-informazione e della diffusione di notizie false.

        Emergono così questioni etiche che non possono essere accantonate. L’adozione sempre più diffusa dell’IA nei media solleva interrogativi sulla trasparenza degli algoritmi e sulla responsabilità delle piattaforme nel plasmare l’opinione pubblica. Si può, quindi, affermare che l’intelligenza artificiale sia passata dal giocare un ruolo coadiuvante alla gestione delle attività dei big tech, alla più decisiva prassi di generazione di contenuti inediti. L’automazione della generazione di contenuti può influenzare significativamente la percezione della realtà da parte degli utenti, portando alla creazione di “bolle di filtraggio”, alla diffusione di disinformazione e al conseguente bisogno di fact-checkers. Ciò pone una sfida fondamentale: come bilanciare l’innovazione tecnologica con la necessità di mantenere l’integrità e la veridicità delle informazioni diffuse online?

        A tal fine è essenziale coinvolgere la società civile, i media, gli esperti del settore e altri attori interessati in un dialogo aperto e inclusivo. La partecipazione di diverse prospettive può contribuire a plasmare politiche più equilibrate e a garantire che le decisioni prese riflettano il benessere collettivo. Solo attraverso un approccio collaborativo e multidisciplinare sarà possibile affrontare le sfide complesse che l’IA nei media presenta, promuovendo un futuro in cui la tecnologia e la società possano coesistere in armonia.

        L’impatto trasformativo delle nuove tecnologie applicate ai social network richiede, inoltre, un importante sforzo di regolamentazione a livello nazionale e sovranazionale. Su questo fronte, le grandi compagnie private si pongono in prima linea, sollecitando già da alcuni anni i legislatori competenti a provvedere in merito. L’Europa ha colto la sfida con alcuni provvedimenti virtuosi: dal già consolidato GDPR in materia di privacy, al Digital Service Art che norma il commercio elettronico, fino all’AI Act, recentemente approvato dal Parlamento Europeo, sull’intelligenza artificiale. 

        In questo scenario, la convergenza tra settore privato e pubblico diventa fondamentale per definire le linee guida e gli standard che regolamentano l’impatto dell’IA sulla società. Mentre la tecnologia avanza rapidamente, la riflessione sulle conseguenze sociali diventa un punto chiave per plasmare un futuro in cui l’innovazione digitale sia al servizio della comunità, rispettando valori fondamentali di equità, trasparenza e tutela della privacy.

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