La sanità in Italia
Gli andamenti demografici, l’innovazione tecnologica, le aspettative dei cittadini: sono queste le sfide di maggior rilievo che oggi, e ancora di più negli anni a venire, è chiamata ad affrontare la sanità in tutti i principali Paesi a welfare ed economia avanzati. Nel sistema italiano queste sfide assumono un rilievo ancor più significativo, in quanto il capitolo “sanità” rappresenta, subito dopo le pensioni, la voce più ingombrante della spesa pubblica. Il nodo essenziale da sciogliere riguarda anzitutto la sostenibilità del sistema italiano di welfare, e con essa la possibilità di combinare gli obiettivi di razionalizzazione della spesa con quelli – imprescindibili perché legati alla natura universalistica della sanità nel modello europeo di Stato sociale – di accesso alle prestazione e di qualità dei servizi erogati. Riformare la sanità italiana significa intervenire sul complesso delle misure che incide sulla capacità di assimilare e mettere a sistema le innovazioni scientifiche e tecnologiche e i progressi diagnostico-terapeutici. Tali progressi stanno aprendo la strada a un nuovo modello di struttura ospedaliera che delega a strutture generaliste diffuse capillarmente sul territorio le pratiche diagnostiche e concentra in altre altamente specializzate le pratiche terapeutiche.
Il federalismo fiscale: quali scelte per la modernizzazione e l’efficienza del Paese
Il federalismo fiscale rappresenta una opportunità da non perdere per realizzare una nuova e più moderna impostazione delle amministrazioni e delle politiche pubbliche attraverso il ravvicinamento tra i cittadini e le amministrazioni responsabili delle decisioni di entrata e di spesa. Il recupero di margini di efficienza deve costituire un obiettivo fondamentale del federalismo fiscale, evitando ogni forma di duplicazione nell’esercizio delle funzioni; si dovrà tendere, al contrario, a liberare risorse che possano essere progressivamente restituite all’economia privata mediante una riduzione della pressione fiscale. Il successo della riforma si fonda su un ampio confronto – da svolgersi in sede parlamentare – che coinvolga le rappresentanze delle autonomie territoriali e i diversi schieramenti politici e dovrà prendere l’avvio da un’opera di ricognizione degli stock e dei flussi di entrata e di spesa a livello centrale e territoriale, cui dovranno concorrere tutte le istituzioni competenti in materia. Nel quadro delle misure volte ad assicurare una efficace gestione politica del processo di transizione che conduca alla definitiva introduzione del federalismo fiscale, assumono, infine, rilievo centrale le proposte di superamento del bicameralismo paritario previsto dalla Costituzione, in favore di un modello bicamerale differenziato, che assicuri un’adeguata rappresentanza delle autonomie territoriali.
Economie globali e imprese italiane: vincere con high technology, creatività, design
Lo scenario economico globale soffre di una crescita mondiale in rallentamento, degli effetti della recente crisi finanziaria americana, degli squilibri valutari tra dollaro ed euro e di una inflazione in ripresa dovuta all’incremento dei prezzi delle materie prime, non solo energetiche. Il complicarsi degli scenari economici, finanziari e valutari mondiali impone alle imprese italiane e al sistema Paese un diverso approccio per aumentare competitività e crescita. Il modello di specializzazione settoriale è rimasto quello dei cosiddetti “prodotti maturi”, ma le imprese hanno innovato nei processi, nei prodotti, nella organizzazione e nei mercati. È cambiato il mix di qualità e prezzi, con una rinnovata enfasi sul brand, sull’affidabilità, sul design, sulla combinazione di forma e funzionalità. Si sono anche affermate varie multinazionali flessibili che sono leader in nicchie mondiali di mercato. Anche questa è una innovazione che evidenzia la forza del “quarto capitalismo” fatto dalle imprese italiane da 500 milioni fino a tre miliardi di euro di fatturato. Non bisogna tuttavia eccedere con l’ottimismo perché la competizione internazionale resta com, dunque molto aspra.
La ricerca in Italia tra modelli organizzativi e nuovi incentivi
Il futuro e la competitività dell’Italia dipendono dallo sviluppo della ricerca e dalla produttività del sistema universitario. Il dibattito ha messo a fuoco le regole e gli strumenti per innovare e consolidare il sistema di ricerca del nostro Paese, esplorando poi in particolare le modalità di finanziamento della ricerca e gli strumenti con cui è possibile garantire trasparenza e meritocrazia. Altro tema caldo, la necessità di valorizzare il capitale umano e ringiovanire il sistema di ricerca, per poter passare dal brain drain al brain gain, superando i troppi vincoli amministrativi e giuridici ed attirando nelle università e nei centri di ricerca capitale umano qualificato dall’estero. Maggiori investimenti dunque, ma soprattutto nuove regole e nuovi modelli organizzativi che assicurino al Paese una leadership in Europa, nei settori in cui l’Italia esprime già delle posizioni di rilievo, e consentano di affrontare le sfide provenienti da Stati Uniti, Cina e India. L’incontro ha anche i lavori si sono concentrati sul legame tra ricerca, interesse nazionale e sviluppo dei territori, analizzando e gli strumenti necessari per realizzare agglomerazioni territoriali in territoriali in grado di produrre ricerca e innovazione.
Politica e antipolitica
La Conferenza ha messo in evidenza alcuni dei mali storici del rapporto tra politica e cittadini: tra i rimproveri più diffusi politica assenza di moralità, costi troppo alti e inefficienza. L’impopolarità della politica si spiega oggi innanzi tutto dalla percezione della stessa come occupazione degli spazi pubblici e non come servizio al cittadino. Uno dei primi passi da compiere è senza dubbio il rinnovamento della classe politica che impone di spezzare il metodo perverso della selezione basata su principi di fedeltà appartenenza e adesione ad un personaggio politico privilegiando scelte compiute sulla base del merito, delle competenze e della biografia professionale. Servono anche regole del gioco condivise e una nuova classe politica: in questo modo è possibile riattivare una dialettica costruttiva sui temi che realmente caratterizzano le diverse concezioni della società e dello sviluppo. L’analisi si arricchisce con un confronto tra i vari modelli internazionali: Angela Merkel in Germania, le primarie e il modello Usa nonché il grande successo del fenomeno Sarkozy in Francia.
Dal Made in Italy al Best in Italy
Il Made in Italy è un patrimonio di eccellenza che deve al più presto essere rilanciato sul mercato internazionale rinnovando gli strumenti di sostegno alle aziende italiane che esportano. Merita approfondimento anche l’importante dibattito in corso sulle regole del commercio internazionale e sulle strategie per la tutela e la promozione della produzione. Anche l’Europa, a sua volta, è chiamata a rivedere in termini nuovi,più aggressivi ed efficaci la propria politica commerciale. Il dibattito ha evidenziato che, sebbene siano favorite in particolare le imprese dell’ambito delle tre “effe” del Sistema Italia, si riconosce fuori dai confini nazionali l’esistenza di altre aree di eccellenza che meritano di essere premiate. Infatti, grazie a forti investimenti sulla marca, alla focalizzazione sugli obiettivi strategici e di bilancio, all’attenzione ai tradizionali elementi di forza della produzione italiana – creatività, design, estetica – molte imprese hanno ottenuto uno spazio significativo e riconosciuto nel mercato globale. La conferenza ha evidenziato anche l’importanza del legame con il territorio e del ruolo della finanza nella crescita delle aziende italiane.
La via italiana alla convergenza: come cambiano le TLC
L’innovazione è alla base di qualunque progresso e sviluppo industriale del sistema Italia. Da questa realtà partono analisi e proposte per una maggiore razionalizzazione del quadro degli strumenti europei e italiani e per uno sviluppo delle sinergie. Durante la conferenza si è discusso anche di Next Generation Networks (NGN), autentiche autostrade dell’informazione, caratterizzate da elevatissima capacità e da neutralità tecnologica: dispongono cioè di servizi indipendenti dalla rete e dalla tecnologia. Questa nuova opportunità per incrementare la competitività del Paese richiede ingenti investimenti – privati e pubblici – e importanti decisioni politiche e legislative. In particolare l’Italia dovrà creare infrastrutture e provvedere alla separazione della rete. Gli operatori vecchi e nuovi, forti di un sistema improntato alla concorrenza e alla certezza del diritto, dovranno rispondere adeguatamente alle richieste del mercato con contenuti e servizi fortemente interattivi capaci di far evolvere i modelli di consumo, le dinamiche della socializzazione, dell’intrattenimento e dell’informazione, nonché i modelli operativi d’impresa.
Integrazione sociale, sicurezza, immigrazione: una sfida per il Paese
La conferenza affronta un tema centrale nella vita economica nazionale e politica nazionale: l’immigrazione è fondamentale per lo sviluppo del Paese come hanno testimoniato amministratori locali, personalità, politiche di diversa appartenenza, personalità religiose e accademiche, nonché rappresentanti del mondo sindacale e imprenditoriale italiano. Il processo di integrazione deve perciò prevedere l’assimilazione di culture diverse e il rispetto delle differenze. È stata da più parti auspicata l’adesione al modello europeo fondato sull’educazione civica e sul dialogo tra comunità diverse, senza tralasciare l’attenzione all’irrinunciabile garanzia dei diritti individuali. Tra le proposte presentate al tavolo della discussione vanno ricordate: il rimpatrio volontario assistito, una maggiore cooperazione europea delle forze di polizia, il superamento delle diffidenze nazionali per la messa in comune dei singoli data base.