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manifattura

  • Milano
  • 27 Gennaio 2014
     
     

    Il nuovo manufacturing italiano. Tra l’esempio americano e i modelli asiatici

      L’intero settore manifatturiero a livello mondiale è molto cambiato negli ultimi anni. Di riflesso, anche in Italia si sono verificati profondi aggiustamenti. Mentre tutti i paesi avanzati, ad eccezione della Germania, hanno perso rilevanti quote di mercato nell’export manifatturiero, le aziende italiane del comparto hanno perso meno delle altre economie mature. Con un processo di rinnovamento e ribilanciamento, il manifatturiero italiano è rimasto molto competitivo,  ma certo ha sofferto per il brusco calo della domanda interna dovuto alle misure di austerity.

    • Milano
    • 9 Giugno 2014
       
       

      L’industria italiana del lusso tra cultura e manifattura

        Il lusso e l’altagamma rappresentano  a livello mondiale un mercato di 730 miliardi  di dollari, di cui il sottosegmento dei personal luxurury good vale 230 miliardi di dollari e vede  l’Italia co-leader coi francesi con oltre 50 miliardi a testa. In particolare, l’Italia detiene la leadership del prodotto, quindi della manifattura e della creatività.

      • Torino
      • 14 Novembre 2014
         
         

        The next industrial revolution. Manufacturing and society in the XXI century

          Sarà la produttività, non l’occupazione il motore della prossima rivoluzione industriale. E, nonostante le difficoltà di una lunga crisi, l’ala antideclinista ha buone frecce al suo arco per descrivere un futuro in cui manifattura e industria potranno continuare ad avere un ruolo centrale. Lo saranno, tuttavia, solo trasformandosi. Tre grandi realtà economiche –  Asia, Europa e Stati Uniti  – gareggeranno non solo e non più sulla disponibilità di lavoro a basso costo, ma essenzialmente su una migliore qualità degli occupati e su un maggiore valore aggiunto.

        • Roma
        • 6 Febbraio 2013
           
           

          Reindustrializzare l’Italia? Quale business model per competere: cosa e come produrre

            Dopo anni, anzi decenni, di marginalizzazione nel dibattito economico e politico, il tema dello sviluppo manifatturiero è tornato protagonista sulla scena del policy making internazionale. Molte economie sviluppate hanno a lungo assistito – passivamente e perfino, talvolta, con un certo compiacimento – al declino dei comparti industriali nazionali, nella convinzione che il traino e principale motore dell’economia fosse, e sarebbe diventato sempre più, quello dei servizi avanzati.

          • Milano
          • 4 Novembre 2013
             
             

            Abbiamo avuto, abbiamo ancora, avremo un sistema industriale italiano?

              L’Italia ha ancora un sistema industriale valido e può continuare a mantenerlo in futuro. A patto, però, di mettere in atto una profonda ristrutturazione mirata al rilancio di quella grande fascia di imprese che al momento si trova a un bivio fra le opportunità offerte dalla crescita globale e il rischio di marginalizzazione.

            • Milano
            • 11 Aprile 2011
               
               

              L’industria del design: un valore aggiunto per la crescita del Paese

                Un valore aggiunto pari a oltre 140 miliardi di euro con circa 3 milioni e 300 mila occupati.  È la fotografia, in cifre, del motore del sistema manifatturiero nazionale, trainato dai settori di punta – le cosiddette “4 A” – del made in Italy: automazione-meccanica, abbigliamento-moda, alimentare-bevande, arredo-legno. Quest’ultima filiera, in particolare, produce per l’industria italiana un surplus altissimo in termini assoluti, superiore, ad esempio, a quello generato dalla farmaceutica inglese o dalla chimica francese.

              • Milano
              • 5 Luglio 2010
                 
                 

                Arti e mestieri: risorse per il mondo produttivo

                  La riscoperta della cultura artigiana, intesa come produzione di altissima qualità derivante dall’accumulo, dalla combinazione e dalla diffusione dei saperi, è un tema chiave per l’Italia. Non soltanto perché, come si rileva dalla trattatistica rinascimentale alla saggistica più recente, il Paese ha ereditato un inestimabile patrimonio storico, ma perché la valorizzazione di questo patrimonio nell’economia di oggi può essere la chiave di volta per l’uscita dalla crisi.