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Finanza per l’impresa. Geopolitica della moneta e sviluppo delle criptovalute

  • Aspen Corporate Initiative
  • 5 Aprile 2022

        Il dollaro rimane una valuta forte. Con qualche crisi, ma sempre la più importante moneta di riserva. L’euro, che rappresenta comunque un’economia molto solida e avanzata, non è però ancora riuscito nell’impresa di diventare una moneta di riserva, sostitutiva del dollaro. Emerge lentamente, ma inesorabilmente, un “multipolarismo” delle monete, non certo facilissimo da costruire e che comprenderà anche il fenomeno delle criptovalute. Si va verso un sistema multipolare con un’area dollaro/ euro e un’altra rappresentata da molte di quelle monete che si collocano al di fuori di questa area.

        Al centro dell’attenzione – a seguito della guerra russo-ucraina – l’andamento e la situazione del rublo anche alla luce delle sanzioni occidentali di cui si valuta l’efficacia in maniere diverse. Dal punto di vista degli assetti internazionali la previsione è che si entrerà in un periodo di Guerra Fredda 2:0, molto diversa dalla prima che dava vita ad uno scenario bipolare mentre in questo caso lo scenario sarà multipolare. La deterrenza nucleare funziona e funzionerà ancora, ma l’aggressione di Putin all’Ucraina farà crescere il numero dei Paesi che si vorranno dotare di armi nucleari.

        Dal punto di vista economico il blocco delle riserve valutarie russe viene giudicata una mossa innovativa con qualche aspetto di efficacia. Sarà, infatti, difficile per la Russia cercare di sostituire i soldi bloccati dalle sanzioni. E quanto all’efficacia dell’inibizione del sistema di pagamento swift le opinioni non sono unanimi. Sta di fatto però che la Russia non potrà trovare velocemente un nuovo sistema di pagamento da costruire con la Cina: se fosse stato così semplice i russi probabilmente lo avrebbe già avviato. Per ora la Banca centrale e il ministero dell’economia russi hanno reagito con efficacia e il rublo è tornato a livelli pre-crisi.  Sono state bloccate le esportazioni di capitale, utilizzata la valuta in eccesso proveniente dalle esportazioni di materie prime energetiche i cui prezzi sono molto aumentati. Ma questo è uno scenario a breve termine. È a lungo termine che l’impatto delle sanzioni si farà sentire in termini di consumi, disoccupazione e alta inflazione.

        La Russia, ancora prima dello scoppio della guerra in Ucraina, aveva un buon livello di diffusione delle criptovalute che potrebbero diventare – se non lo sono già -un modo per aggirare le sanzioni. E in Occidente cresce il desiderio di regolamentare le criptovalute. Le monete di oggi sono di fatto un insieme di informazioni che diventano un bene pubblico, tanto che si potrebbe dire che sono più “critpo” le monete del passato rispetto a quelle odierne: bitcoin, monete virtuali, criptoasset costituiscono – oggi rispetto a ieri – un sistema paradossalmente più tracciato e trasparente.

        Le criptovalute rappresentano e rappresenteranno i valori di una comunità di tipo commerciale, ideologico, ambientale e politico: si prendano, ad esempio, le donazioni per l’Ucraina fatte con questo sistema e l’accumulo/ uso dei token per motivazioni di sostenibilità, come l’acquisto di una auto elettrica. Anche le aziende sono favorevoli, ma chiedono maggiore regolamentazione e vogliono agire in un sistema ordinato e meritevole di fiducia.

        La trasformazione digitale non ha eliminato il rapporto che la moneta ha storicamente avuto con il potere, ma l’ha anzi rafforzato, introducendo nuove e più sottili forme di potere monetario per fini geostrategici o commerciali. Corrono le digital currencies, promosse dalla banche centrali negli Stati Uniti e in Cina, meno veloce invece è il  progetto di “digital euro“.

        Relativamente alle criptovalute l’Europa sta varando un pacchetto normativo – valido per tutti i 27 Paesi – che comprenderà norme sull’emissione, sul cambio, sui mercati, sulla gestione dei conflitti di interesse e regole sanzionatorie nei confronti dell’insider trading. In vista di queste imminenti decisioni europee l’Italia deve accelerare il processo regolatorio, visto che manca ancora una norma ponte sulla materia. Molto avanti sono invece gli Stati Uniti: il Presidente Joe Biden ha recentemente firmato un ordine esecutivo su criptovalute e beni digitali con l’obiettivo di incoraggiare l’innovazione e, al tempo stesso, mitigare i rischi per i consumatori, gli investitori e le imprese nonché rafforzare la leadership degli Stati Uniti nel sistema finanziario globale.