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Cultura, impresa e territorio per un nuovo soft power italiano

  • Parma
  • 14 Maggio 2023
  • 15 Maggio 2023

        L’Italia ha una grande leva competitiva per rafforzare la propria attrattività, basata non solo su un patrimonio storico senza pari, ma anche su una radicata tradizione del “saper fare” che da secoli mostra una costante propensione all’innovazione. Il pensiero creativo che ha originato quell’arte capace di parlare per secoli all’umanità intera è diventato un made in Italy riconosciuto, ammirato e copiato ovunque nel mondo. 

        Tutto questo non sarebbe possibile senza la cooperazione di tutti gli attori economici e i corpi sociali che insistono sui tanti territori delle eccellenze italiane. Cultura, impresa e territorio sono aspetti fondamentali e interconnessi, non solo del soft power italiano, ma anche dello sviluppo stesso del Paese. Senza la cultura e i centri del sapere, le imprese non potrebbero crescere e trovare quel capitale umano e quelle idee innovative che nascono dalla ricerca. Non potrebbero nemmeno farlo, tuttavia, senza un territorio attento, che risponde alle esigenze economiche e dialoga con gli attori industriali. Al contempo un territorio privo di realtà imprenditoriali e di cultura è destinato a un inevitabile declino. 

        Questa interdipendenza, che diventa co-creazione di valore, è fondamentale per affrontare le transizioni (ecologica e digitale) che attendono l’Italia. Il successo a lungo termine di un’azienda passa, infatti, dallo sviluppo sostenibile del territorio e della realtà in cui opera. Si tratta di mutamento culturale codificato dallo stakeholder capitalism, in cui la creazione di valore economico per azionisti è bilanciata dal valore più ampio distribuito a tutti i portatori di interesse. Per questo la sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) non va vista come un insieme di regole che normano e imbrigliano l’attività imprenditoriale, ma piuttosto come un paradigma che deve permeare lo stesso modello di business, cambiandolo radicalmente.

        Simili mutamenti richiedono tempo e ovviamente la capacità di fare sistema. Si tratta di una abilità radicata in tanti centri del Paese e ben incarnata dal modello emiliano e da realtà come Parma, che ha dimostrato negli anni di essere in grado di unire le energie dei diversi attori locali per il traguardo di uno sviluppo condiviso. 

        Il lavoro comune delle aziende, degli enti culturali, delle istituzioni e della comunità dei cittadini è la base per rafforzare un territorio. E la capacità di essere forti insieme è l’essenza del soft power di tanti territori italiani da cui il Paese, nel suo complesso, può trarre esempi positivi da applicare su scala nazionale. 

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