Vai al contenuto
Attività

Per una ripresa sostenibile dell’Italia

    Un'ora con Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili
    • Incontro in modalità digitale
    • 31 Marzo 2021

          Non un fuoco di paglia, ma una realtà positiva a medio e lungo termine: la ripresa  nel periodo post-pandemico dovrebbe essere caratterizzata da alcuni elementi strategici come sostenibilità economica, sociale ambientale e istituzionale, ovvero i punti fondamentali dell’agenda 2030.  È quello che indica la Commissione Europea ed è quello che, secondo il Governo italiano, deve caratterizzare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

          Quello che non deve accadere – nel medio e lungo termine – è un ritorno alle caratteristiche di bassa crescita dell’epoca di pre-pandemia. Al tempo stesso vanno perseguiti con il PNRR obiettivi di sostenibilità sociale e benessere, non misurati con il solo criterio del PIL. Uscire, dunque, dalla crisi più forti e con progetti che facciano tornare il Paese a crescere a ritmi più alti e sostenuti rispetto agli anni di pre-Covid19. Uscire, insomma, dalla pandemia facendo sì che sia proprio “la resilienza il compasso dei Paesi europei”.  Le politiche nazionali devono mirare ad una trasformazione verso un sistema più ecologico e più giusto. La transizione ecologica è, infatti, un pezzo fondamentale della ripresa insieme ad uno sforzo per superare gli squilibri tra le diverse categorie socioeconomiche che la pandemia ha acutizzato. Anche le PMI devono completare il loro percorso verso una visione di sostenibilità, adottando in primo luogo la rendicontazione non finanziaria.

          Nel complesso, il Recovery Plan prevede per le infrastrutture 50 miliardi di euro. I progetti che aspirano ad entrare nel PNRR devono essere completati entro il 2026 e in particolare le infrastrutture proposte devono essere in esercizio entro lo stesso anno. Verranno inoltre valutate non solo in termini di spesa prevista, ma in particolare in termini di output per i cittadini. E soprattutto il progetto non dovrà danneggiare in modo significativo l’ambiente. L’Unione europea non accetterà proposte relative alla costruzione di nuove strade mentre incoraggia progetti che utilizzano tecnologie per aumentarne la sicurezza. Per quanto riguarda la rete autostradale esistente sono state presentate alcune proposte di ammodernamento in senso ecologico; pannelli fotovoltaici negli autogrill, posizionamento di colonnine per ricaricare le auto elettriche nonché interventi per sviluppare la intermodalità. Nel complesso si parla di una serie di interventi che potrebbe arrivare a valere 3 miliardi e 300 milioni di euro. Viene anche incoraggiato il trasferimento del traffico – merci e non – da gomma a quello su ferro. Che però non basta a potenziare il sistema ferroviario che necessita anche di un rafforzamento del sistema intermodale:  e per questo servono nuove regole.

          Lo sviluppo e la ripresa sostenibile presuppongono anche una cooperazione pubblico-privato proficua: laddove la parte pubblica garantisce il medio-lungo periodo e il privato porta efficienza e denaro. A questo va aggiunta la cooperazione per l’innovazione. Su Milano in particolare si sta creando un ecosistema integrato a valore aggiunto e di eccellenza che sta attirando molti investitori stranieri. Nel mondo produttivo italiano il 30% delle aziende sono già ripartite mentre il 40% regge e il 30% in fortissima difficoltà. Aiuti possono venire proprio dai progetti del PNRR che sono degli apripista per un’importante serie di filiere, andando dunque oltre il Next Generation EU.