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Attività

Tra nuove regole e sfide digitali: dove va il sistema bancario?

    • Milano
    • 19 Ottobre 2015

          La conferenza sul sistema bancario italiano è arrivata alla sua quarta edizione. Quest’anno i partecipanti si sono interrogati sul futuro di un’industria schiacciata, da un lato, da una vera e propria tempesta regolamentare che ha contribuito a ridurre i margini di redditività del settore e, dall’altro, da nuovi competitor che da settori contigui già esistenti (shadow banking) o del tutto nuovi (fintech), minacciano il business che da sempre è riserva delle banche. 

          Dal punto di vista regolamentare è stato unanime il consenso sulla necessità di una pausa di riflessione che aiuti il sistema bancario a digerire l’enorme mole di norme che a livello europeo è stata emanata negli ultimi sette anni. Troppe regole, troppo incerte e troppi regolatori. Questo il parere del mondo bancario italiano. Se è vero che ad oggi alcuni obiettivi resi urgenti dalla recente crisi finanziaria possono dirsi pienamente raggiunti (i livelli di capitale si sono innalzati sensibilmente), occorre capire gli effetti ultimi di quanto è stato fatto. Soprattutto, tutto quello che  ancora deve essere fatto in termini di implementazione attuativa della legislazione già emanata e di nuove norme per aree non ancora coperte, non deve minare la fiducia nella certezza delle regole da parte degli operatori. Oggi la parola d’ordine nel settore regolamentare bancario deve essere stabilità. Solo così gli attori bancari saranno in grado di disegnare business plan che consentano di creare, anziché distruggere, valore per i loro azionisti.  Il tutto nella consapevolezza che non può esserci stabilità finanziaria senza crescita economica. Per questo è necessario guardare al rapporto banche-imprese e al contributo che le prime possono e devono dare al sistema produttivo per aiutarlo a competere sui mercati. 

          In un sistema come quello italiano caratterizzato dalla presenza di moltissime PMI che faticano ad accedere al mercato dei capitali, è necessario trovare le modalità per canalizzare risorse finanziarie verso queste ultime. Alcune soluzioni passano per strumenti tradizionali come le garanzie di matrice pubblica o la messa in rete dei vari operatori per ottenere massa critica. Ma per raggiungere davvero il cuore del sistema produttivo del paese e riavviare la crescita, è necessario incrociare capacità innovativa e tecnologica.

          Oggi più che mai vige l’imperativo del “digitize or die” anche nel comparto bancario. Il digitale è, infatti, una rivoluzione trasversale a tutti i settori dell’economia e quello finanziario non fa eccezione. Bisogna però essere consapevoli che l’innovazione digitale è foriera non solo di grandi opportunità, ma anche di notevoli rischi. Non basta creare un dipartimento IT, bisogna rivoluzionare i modelli di business. Solo accettando questa sfida, e al tempo stesso potendo contare su un sistema di regole certe e stabili, il sistema bancario italiano sarà in grado di tornare a creare valore non solo per i suoi azionisti, ma anche per il sistema paese.