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Attività

Shaping our Future – Merit, not age, as the discriminating factor

    • Torino
    • 16 Novembre 2007

          La Conferenza ha promosso l’analisi e la definizione di proposte per il ricambio generazionale in Italia ed in Europa attraverso la valorizzazione del merito nei tre ambiti politico, economico ed accademico. Sul primo tema sono state avanzate, fra le altre, le proposte di ridurre l’età per l’elettorato attivo e passivo al Senato, e di limitare il numero di mandati per gli eletti (come accade per i sindaci in Italia), l’orientamento a quote minime di partecipazione di donne e giovani alla politica (sebbene tale strumento dia un contributo solo parziale), la sostituzione della logica della cooptazione a quella della competizione (dall’attuale sistema win-win a regole elettorali che definiscono chiaramente il vincitore ed il perdente), la promozione di una maggiore osmosi fra giovani dirigenti pubblici e la politica (sull’esempio francese). Nelle organizzazioni economiche e nelle imprese occorre realizzare un sistema trasparente basato su fiducia e valori condivisi così da permettere anche ai giovani l’accesso a posizioni aziendali di vertice. Tale approccio deve partire dall’alta dirigenza e dal metodo della sua selezione. Devono inoltre essere assicurati l’identificazione e l’indirizzo delle aspirazioni individuali (da chi intende essere un leader a chi è interessato a essere un player), attraverso una politica di riconoscimento del merito. Nell’ambito accademico europeo, infine, diversi partecipanti hanno inoltre sostenuto la necessità di promuovere la competizione fra università per sviluppare una maggiore qualità del loro prodotto: attraverso la libertà di raccolta dei fondi e del loro impiego, l’abolizione del valore legale del titolo di studio (che non incentiva famiglie e studenti a ricercare l’eccellenza formativa). Per attrarre “cervelli” dall’estero (come efficace risposta al brain drain) occorre proporre soddisfacenti retribuzioni e percorsi di carriera dei ricercatori e docenti attraverso adeguate politiche meritocratiche, eliminando gli attuali criteri che premiano l’anzianità e la rigidità dello status di dipendente pubblico.

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