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Attività

The Pandemic and the power sector

    • Incontro in modalità digitale
    • 18 Novembre 2020

          Nonostante i grandi ostacoli strutturali e i cicli di alti e bassi che ha attraversato, la transizione energetica globale, iniziata già da vari anni, continua il suo corso. La pandemia oggi in atto e la conseguente recessione economica sono arrivate in un momento critico da questo punto di vista. La situazione attuale ha messo in luce l’esistenza  di una connessione tra i livelli del PIL, la densità della popolazione e l’impatto delle infezioni da Covid-19 – probabilmente attraverso la qualità dell’aria – come si è manifestato in varie aree del Nord Italia e probabilmente anche altrove. È quindi evidente che le questioni energetiche devono essere affrontate dal punto di vista delle preoccupazioni per l’ambiente e per la qualità della vita, oltre che da quello dei modelli di sviluppo, della redditività e dell’efficienza economica.

          Storicamente, vi è stato un legame quasi diretto tra la crescita del PIL e l’aumento delle emissioni di CO2: solo di recente è emersa una divergenza, che segna una vera e propria svolta. Anche con la piena attuazione dei recenti impegni assunti dalla maggior parte delle economie industrializzate, Cina compresa, è probabile che nei prossimi anni si verifichi un peggioramento delle condizioni ambientali su scala globale.

          In questo contesto, si possono trarre importanti lezioni dalle situazioni molto particolari create  dalla pandemia. La riduzione della domanda di energia elettrica che si è registrata come conseguenza delle varie misure di contenimento è paragonabile solo al periodo della seconda guerra mondiale. Si tratta, quindi, di un fenomeno massiccio. L’Italia ha registrato un calo maggiore rispetto alla media europea con una diminuzione però più contenuta dei prezzi dell’energia, che pone sotto i riflettori il quadro fiscale e normativo del paese.

          Su un piano più generale, è ormai chiaro che lo sviluppo di nuove infrastrutture e di reti energetiche più intelligenti è un presupposto fondamentale per la creazione di un sistema energetico più efficiente e flessibile. E a questo scopo, un uso efficiente dei fondi disponibili (soprattutto quelli dell’UE) e un quadro normativo coerente sono di fondamentale importanza.

          Il contesto globale, compreso quello in evoluzione del sistema di sicurezza, ha un impatto sui mercati dell’energia. In una probabile fase di “bipolarismo” sino-americano la pandemia sta aiutando la Cina a colmare più rapidamente il divario con gli Stati Uniti in alcune aree. In effetti, la Cina è oggi più vicina agli Stati Uniti, in termini di potenza complessiva, di quanto lo sia mai stata l’URSS, soprattutto sul piano economico. Probabilmente, si assisterà a una frammentazione economica   intorno alle due superpotenze, con importanti implicazioni per lo sviluppo degli scambi commerciali e della tecnologia. Questo assetto è probabilmente meno esposto al rischio di conflitti militari rispetto a un sistema multipolare, ma pone Nello stesso tempo, altre potenze importanti (tra cui l’UE) avranno spazio di manovra e si troveranno anche di fronte a scelte tattiche – come quella di essere vicine agli Stati Uniti o alla Cina o semplicemente di rimanere neutrali – a seconda delle circostanze specifiche.

          In questo quadro, assisteremo a un progressivo sganciamento fra Cina e Stati Uniti nel settore energetico, e più in generale a una riduzione della presenza delle imprese cinesi. E’ probabile che, nella maggior parte delle principali economie,  l’intervento dello Stato tenderà ad aumentare, e che la Cina – data la sua rapida crescita e la densità demografica del suo vasto territorio – dovrà  sicuramente ricorrere a massicce importazioni di energia. Nel frattempo, la maggior parte delle economie sta già diversificando il proprio mix energetico, anche se l’attuale recessione sta mettendo l’intero sistema sotto forte pressione. L’Arabia Saudita e la Russia, naturalmente, stanno cercando di svolgere il ruolo di produttori flessibili a loro vantaggio. Anche la “rivoluzione dello scisto” rimane una tessera importante del mosaico, poiché alcuni analisti ritengono che il fracking (la frantumazione delle rocce bituminose) continuerà ad essere in sistema di estrazione redditizio grazie alla sua flessibilità, con grandi benefici soprattutto per la competitività degli Stati Uniti.

          Diverse economie fortemente dipendenti dalle esportazioni di combustibili fossili, come i paesi del Golfo, sono state duramente colpite dalla crisi del Covid. La pandemia sta danneggiando settori come il turismo e la logistica – dove alcuni paesi hanno investito in modo significativo – e al tempo stesso sta riducendo i prezzi del petrolio nel corso della complessa transizione energetica verso le fonti rinnovabili. Una combinazione molto delicata, con conseguenze sia globali che regionali, in particolare per il Medio Oriente. Il lato positivo è che l’energia solare è molto promettente anche per questi paesi, per cui anch’essi potrebbero trarre grandi vantaggi se solo garantissero un adeguato livello di investimenti. Il che implicherà la ricerca di partner tecnologici: Europa e Cina si trovano in una buona posizione per svolgere questo  ruolo.

          I piani di decarbonizzazione attualmente in corso a livello europeo richiedono risorse massicce, con uno stretto coordinamento tra il settore pubblico e quello privato. Ogni paese membro deve necessariamente utilizzare i fondi in modo saggio ed efficace. Purtroppo, secondo la maggior parte dei partecipanti, questo non è stato finora il caso in Italia, soprattutto per quanto riguarda le autorizzazioni e i regolamenti. Tuttavia, la transizione energetica sarà decisiva per trasformare e modernizzare quello che rimane un settore manifatturiero molto competitivo, nonostante le note debolezze strutturali dell’Italia, un paese che deve

          aggiornare e accelerare al più presto i suoi piani per la transizione energetica se vuole sviluppare un modello economico più sostenibile e innovativo. Vi sono poi anche problemi di approvvigionamento energetico, soprattutto in Russia. In questo caso, la scelta del gas naturale come componente chiave del mix energetico si sta rivelando vantaggiosa, dato il ruolo unico del gas come fonte relativamente pulita e non rinnovabile. Sono inoltre previsti importanti investimenti sull’idrogeno, oltre a sforzi di coordinamento ad alto livello, in particolare con Francia e Germania.