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Attività

More and better jobs nella grande trasformazione globale

    • Incontro in modalità digitale
    • 20 Aprile 2020

          Il futuro del lavoro è stato al centro della Tavola Rotonda in modalità digitale, realizzata in collaborazione con il Consiglio Nazionale degli Ordini dei Consulenti del Lavoro, dove è stato presentato il Background DocumentMore and better jobs nella grande trasformazione globale”.

          La discussione si è concentrata sulla faticosa ripartenza delle attività produttive, di beni come di servizi, in presenza della pandemia. Molto dipenderà dalla efficacia delle misure adottate per garantire la sopravvivenza delle imprese e dei rapporti di lavoro nelle fasi di inattività e di prima ripresa.

          È stato opportunamente osservato che le risorse pubbliche dovrebbero essere prioritariamente destinate a spostare l’indebitamento dalle imprese allo Stato, attraverso il risarcimento a fondo perduto della caduta di valore aggiunto dovuta alla paralisi produttiva per ragioni di salute pubblica. Anche mediante la compensazione con la tassazione dovuta.

          Solo attività in grado di riprendere ad operare potranno consentire insieme la continuità dei rapporti di lavoro e la produzione di ricchezza. Lo stesso accesso al credito bancario, attraverso le garanzie pubbliche, sarà utile se sarà tale da non assorbire la capacità di ulteriori affidamenti.

          La cassa integrazione in deroga deve essere erogata con modalità semplificate e celeri perché la causale è nota e non può essere oggetto di negoziato sindacale. È stata espressa preoccupazione per la ricorrente paralisi burocratica dovuta a regole fondate sul pregiudizio nei confronti delle imprese e a ricorrenti comportamenti “difensivi” della dirigenza pubblica.

          Ovviamente, il lavoro dovrà riprendere in condizioni di sicurezza rispetto ai pericoli e alle emergenze del contagio, secondo protocolli già testati nelle imprese “essenziali”, differenziando gli obblighi in relazione alle diverse dimensioni e caratteristiche delle attività. Secondo il documento presentato nel corso del dibattito salute e lavoro sono bisogni primari delle persone, tra loro non opponibili se vi sarà disponibilità adeguata dei test utili alle diagnosi precoci.

          La rivalutazione e la generalizzazione (anche mediante soluzioni consortili) delle funzioni dei medici competenti potrà consentire una sorveglianza sanitaria prevenzionistica di tipo olistico. Ove i datori di lavoro adotteranno e attueranno appropriatamente le disposizioni sulla sicurezza, dovranno essere esentati da ogni responsabilità penale, civile e amministrativa per eventi che prescindono dalla loro capacità di controllo. Ciò costituirà un incentivo alle migliori pratiche sostanziali.

          La concreta possibilità di riprendere il lavoro dipenderà anche dalla fiscalizzazione degli oneri sociali e previdenziali per un congruo periodo.

          Attraverso le risorse dei fondi bilaterali e del Fondo Sociale Europeo, erogate con tempestività in deroga alle procedure usuali, saranno altresì necessari un programma straordinario di alfabetizzazione digitale di massa ed attività formative correlate con l’impiego delle nuove tecnologie.

          Nel complesso, i vincoli e i comportamenti imposti dalla crisi pandemica costituiranno uno stimolo allo sviluppo della economia digitale e alla individuazione di nuovi assetti produttivi consentiti dalla rivoluzione cognitiva. Lo stesso lavoro da remoto, spesso realizzato con modalità semplificate, potrà essere riorientato alla assegnazione di obiettivi e al controllo di risultati misurabili, correlandovi una parte della stessa retribuzione. Tutto ciò, è stato osservato, incoraggerà la contrattazione individuale, aziendale e territoriale (per le piccole unità), non più “secondo” ma primario livello di intesa tra le parti per condividere i percorsi di una crescita faticosa.

          Le regole del lavoro – recentemente irrigidite secondo i modelli novecenteschi nonostante le trasformazioni indotte dalla innovazione tecnologica – dovranno essere semplificate mediante accordi in deroga alle leggi e ai contratti nazionali in modo da incoraggiare la propensione ad assumere dipendenti o reclutare collaboratori. Se nella fase vitale della ricostruzione le istituzioni accompagnarono la voglia di crescere con una deregolazione di fatto, le parti sociali potranno favorire la ripartenza con regole duttili per garantire crescita e lavoro dignitoso attraverso tutele sostanziali come quelle finalizzate alla salute, all’apprendimento continuo, agli inquadramenti dinamici, alla giusta remunerazione collegata alla produttività e alla professionalità.

          Nel dibattito è infine emersa la necessità per il sistema educativo e formativo di cogliere l’occasione delle regole dell’emergenza, con cui si dovrà convivere a lungo, per cominciare a cambiare un’organizzazione anacronistica che non prevedeva ad esempio l’avvento del digitale. Andranno finalmente cambiati metodi e contenuti pedagogici per integrare apprendimenti ed esperienze, finalizzandoli alle effettive competenze di ciascuno, in ragione delle specifiche attitudini, sostituendo il valore legale dei titoli di studio con certificazioni che disegnino il portafoglio personale e il livello di formazione integrale di ogni persona.

          Nel contesto di una cornice unitaria nazionale, scuole, università, istituti di formazione, imprese, consulenti del lavoro, enti bilaterali, centri ed agenzie per il lavoro, potranno generare nei territori percorsi di apprendimento tarati sulle specifiche esigenze dei datori di lavoro e sulle capacità dei lavoratori. Nei mercati transizionali del lavoro, l’evoluzione professionale non sarà più la conseguenza di interventi straordinari, ma di continue opportunità accessibili a tutti.