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Attività

Mai sprecare una crisi: quali lezioni trarre per il sistema sanitario italiano?

    • Incontro in modalità digitale
    • 15 Giugno 2020

          L’emergenza innescata dalla pandemia di coronavirus può offrire importanti lezioni al sistema sanitario italiano. Esiste un’oggettiva difficoltà nel confrontare i modelli sanitari di  regioni colpite in maniera asimmetrica dal virus, ma è innegabile che il coordinamento fra i diversi livelli territoriali si è rivelato un punto debole del sistema. Questa situazione ha generato confusione sulla catena di controllo e sull’attuazione delle misure ed è necessario intervenire subito sugli aspetti operativi, prima che sugli assetti istituzionali.

          Un altro punto fermo da cui bisogna ripartire è il potenziamento della medicina territoriale. L’elevato grado di autonomia in materia sanitaria ha fatto sì che alcune regioni razionalizzassero molto i presidi sul territorio, privilegiando altri ambiti di investimento. La medicina territoriale, invece, va potenziata, anche grazie alle possibilità offerte dalle tecnologie che permettono di tenere in contatto medici e pazienti, attuando un costante monitoraggio. A tutto ciò si deve accompagnare un più deciso lavoro sulla medicina di prevenzione, coinvolgendo non solo i medici di base, ma anche altri professionisti, come i farmacisti, per offrire presidi territoriali diffusi.

          La crisi ha ribadito, in ogni caso, l’importanza di un sistema sanitario pubblico. Per le successive fasi, così come per la necessaria innovazione tecnologica, è bene però prendere in considerazione i modelli virtuosi di partnership pubblico-privato che sono un vero elemento di competitività in un Paese che vanta primati nella farmaceutica e nel biomedicale.

          Un aspetto fondamentale per la ripartenza è il capitale umano: l’Italia ha un personale sanitario con età elevata e spesso non utilizza al meglio le competenze tecniche e professionali complementari a quelle mediche.

          Ripensare il sistema sanitario, in sintesi, è possibile solo partendo dalle tante eccellenze che il Paese ha e mettendole a sistema. È fondamentale che le risorse di questa nuova fase non vengano disperse e non contribuiscano ad alimentare spese improduttive, né a ripianare i disavanzi precedenti. È necessario un rafforzamento delle linee di programmazione economica e organizzativa, così come un più incisivo controllo dei deficit regionali. Anche attraverso commissariamenti la strada da intraprendere passa dal ristabilire l’equilibrio economico e investire in strumenti che possano potenziare e migliorare il servizio sanitario. Un elemento fondamentale sarà la raccolta e l’analisi dei dati: bisogna avere una sanità dotata di sistemi informativi efficienti e interoperabili, capaci di offrire dati scientifici e in grado di rendere più semplice la vita dei pazienti.

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