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Attività

La città e le sue sfide tra efficienza e sostenibilità

    Conferenza della comunità dei Talenti italiani all'estero
    • Roma
    • 25 Settembre 2016

          Le città sono il luogo in cui si gioca il futuro dell’umanità. Non solo perché per la prima volta nella storia, la maggioranza della popolazione mondiale vive in aree urbane, ma anche perché queste saranno sempre più determinanti per garantire la sostenibilità dei modelli di sviluppo. Se infatti fuori dalle città si produce il cibo che nutre il pianeta, le grandi metropoli sono fra i principali responsabili di quei cambiamenti climatici che hanno ricadute notevoli sulla disponibilità di alimenti, di acqua potabile e di altre risorse naturali.

          Le città, quindi, devono essere in prima fila nell’adottare modelli di sostenibilità, non solo ambientali, ma anche economici e sociali. La tecnologia mette oggi a disposizione nuovi strumenti per rendere le aree urbane più sostenibili, più efficienti e, quindi, più “intelligenti”. Quello dello smart cities é un paradigma diventato ancora più importante con la crisi economica: in un Paese come l’Italia, infatti, la metà del PIL e l’80% della capacità di innovazione si concentra nelle 14 principali aree metropolitane.

          Per fare diventare “smart” le città italiane sono necessari investimenti in infrastrutture e tecnologia. Le reti di sensori rese disponibili dall’Internet of Things (IoT) offrono grandi possibilità, eppure questa rivoluzione tecnologica non può essere compiuta senza mettere al centro i cittadini. Le smart cities sono tali solo se riescono ad utilizzare tecnologia e innovazione per migliorare la qualità della vita e dei servizi ai cittadini. Il benessere (che include una molteplicità di aspetti, dalla mobilità all’offerta culturale, dallo sport alla salute) è del resto un volano di sviluppo capace di rendere più attrattiva la città, generando un circolo virtuoso che attrae talenti e capitali fondamentali per la crescita.

          Innovazioni tecnologiche che non rispondono, invece, a reali bisogni – o che non risultano fruibili dalla popolazione – non solo non generano benessere, ma si traducono in spesa inutile; un elemento particolarmente rischioso considerato quanto lo sforzo di correzione della finanza pubblica sta pesando sui comuni italiani. Per questo è necessario utilizzare le nuove tecnologie: da un lato per ottenere feedback e migliorare la comunicazione con i cittadini, dall’altro per investire a tutto campo nella formazione all’utilizzo dei nuovi servizi informatici.

          In questo sforzo, così come nell’applicazione di nuove tecnologie nei servizi ai cittadini, il privato si rivela un partner fondamentale. Il difficile equilibrio fra interesse pubblico e interesse privato va però controllato e tutelato. Anche in questo caso le tecnologie possono rivelarsi fondamentali: il controllo dal basso che le nuove forme di comunicazione (ad iniziare dai social network) permettono di esercitare, può essere, infatti, un valido contrappeso agli interessi particolari e un contributo prezioso per rendere più “smart” la città, non solo come luogo fisico, ma anche come spazio di relazioni fra tutte le persone che la abitano, la visitano o vi lavorano.

          • Guido Castelli, Francesca Casadio e Fabio Capello
          • Cesare Romiti, Angelo Maria Petroni e Alberto Sangiovanni-Vincentelli
          • Gerardo Biancofiore e Enzo Bianco
          • Giorgio Margaritondo, Monica Mandelli e Riccardo Lattanzi
          • Nicola Bellomo, Euro Beinat e Paolo Felice Bassetti
          • Stefano Rettore, Mario Raviglione e Gianluca Rampolla Del Tindaro