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Attività

L’investimento in ricerca e sviluppo: perché conviene all’Italia?

    • Incontro in modalità digitale
    • 26 Gennaio 2021

          La ricerca è uno dei principali asset su cui l’Italia deve puntare per rilanciare il proprio sistema economico. La pandemia e la rapida risposta del mondo scientifico al virus hanno reso ancora più evidente l’importanza di un ecosistema competitivo in questo ambito. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza offre l’occasione per investire sia nella ricerca di base sia nelle successive fasi di sviluppo e trasferimento tecnologico. Il Paese può contare su alcuni progressi compiuti negli ultimi anni, ma sono ancora necessari interventi in diversi ambiti.

          In primo luogo è fondamentale migliorare la qualità e la stabilità dei progetti, allocando con continuità maggiori risorse nell’ambito dei PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale). Un finanziamento regolare, del resto, offre prospettive di carriera ai ricercatori andando a incidere sul brain drain di cui l’Italia continua a soffrire. Questo fenomeno va contrastato anche con nuove assunzioni e con il potenziamento delle infrastrutture di ricerca che rimangono un chiaro fattore abilitante.

          L’Italia ha già in casa le risorse da cui partire: ricercatori di qualità ed esperienze come quella di Human Technopole che dimostrano come sia possibile creare centri di eccellenza internazionale. È ovvio però che tali progetti devono essere inseriti in una più complessiva strategia nazionale che crei massa critica per attrarre investimenti e capitale umano. Un ecosistema efficiente richiede, inoltre, politiche coerenti che facilitino il dialogo fra centri di ricerca e università, oltre che fra ricercatori e aziende.

          Le imprese italiane rimangono un interlocutore fondamentale e hanno dimostrato di saper approfittare al meglio delle opportunità innovative offerte dalle nuove tecnologie, aumentando notevolmente, grazie a Industria 4.0, il surplus manifatturiero e collocando stabilmente l’Italia fra i primi 5 Paesi al mondo in questo ambito.

          Next Generation EU è una grande opportunità per valorizzare i punti di forza e per affrontare i nodi irrisolti. I fondi europei, però, non potranno innescare una vera trasformazione senza piani efficaci e, soprattutto, senza la capacità amministrativa di gestire le grandi risorse in arrivo, monitorandone l’impatto. I casi di successo internazionali dimostrano che un sistema competitivo della ricerca crea un effetto moltiplicatore, attraendo cervelli e risorse, con ricadute molto positive sulla produzione scientifica oltre che sull’economia. Si tratta di ciò di cui l’Italia ha bisogno in questo momento storico per valorizzare al meglio le grandi competenze presenti nel Paese, mettendole a servizio dello sviluppo e del benessere collettivo.

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