Negli ultimi trent’anni il Servizio Sanitario Nazionale ha assicurato a generazioni di italiani servizi di buon livello e accessibili a tutti e oggi si trova ad operare in un contesto diverso rispetto al passato a causa di fattori tecnici, economici ed etici. Il progresso tecnico, assieme ai trend demografici, contribuisce ad allungare la vita media aumentando la domanda di prestazioni sanitarie. I vincoli e i limiti di natura economica hanno un peso sempre maggiore nei processi decisionali. I problemi etici, infine, sono sempre più centrali per il settore.
Per fronteggiare queste sfide, il sistema sanitario italiano dovrà sapersi muovere lungo quattro direttrici principali: continuare a migliorare la prevenzione delle malattie e l’efficienza delle strutture sanitarie, ridurre le disparità tra le prestazioni, definire una politica sanitaria nazionale integrata con le priorità industriali del Paese e semplificare la burocrazia.
Per razionalizzare le risorse del sistema, la priorità rimane la standardizzazione e l’efficientamento delle attività “non-core” (facility management, procurement, e così via). In parallelo, per evolvere le attività “core” di cura e assistenza verso una maggiore personalizzazione, il modello delle strutture sanitarie dovrà svilupparsi ulteriormente attraverso: maggiore responsabilizzazione e autonomia del personale medico, creazione di nuove figure professionali, rafforzamento degli strumenti informatici e digitali ed introduzione sistematica di strumenti di monitoraggio, valutazione e promozione del merito.
Inoltre, per evitare un pericoloso irrigidimento del sistema, appare opportuno introdurre elementi di competitività controllata anche attraverso forme di partnership pubblico-privata, favorendo ad esempio una maggiore diffusione dei fondi sanitari integrativi. Infine, un sistema sostenibile non può trascurare la prevenzione, l’educazione dei cittadini e avere un occhio di riguardo verso l’ambiente in cui viviamo.
Ridurre le disparità di prestazione tra le diverse strutture sanitarie è in primo luogo una priorità morale. Tuttavia, in Italia, risulta ancora difficile misurare e valutare in modo sistematico l’efficienza e la qualità delle diverse strutture. Introdurre nuove metodologie e processi di monitoraggio, supportati anche da strumenti digitali è già nell’agenda del Governo e resta una priorità per i prossimi anni.
Infine, l’industria della salute rappresenta un importante motore di crescita economica per l’Italia. Per valorizzarne il potenziale è però necessario definire una politica sanitaria nazionale integrata con le priorità industriali del Paese. Si tratta di una trasformazione radicale: il sistema sanitario deve cambiare e diventare da semplice centro di costo, un centro di investimento e promozione delle eccellenze. I vantaggi competitivi rischiano di essere minati anche dalla burocrazia e per questo sono importanti la semplificazione del quadro normativo di riferimento e la riduzione del time-to-market delle novità legislative.
In conclusione, la sostenibilità del sistema dipenderà dalla sua capacità di abbracciare il cambiamento, risolvendo i problemi di breve termine e pianificando sviluppo e innovazione nel lungo periodo.