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Attività

I protagonisti italiani nel mondo

    • Cernobbio
    • 11 Aprile 2010

          Il confronto tra le esperienze degli italiani che, nel mondo, hanno avuto la capacità di realizzare brillanti carriere e di rivestire ruoli di altissimo livello, contribuisce a migliorare la comprensione delle difficoltà e delle potenzialità del nostro Paese, e all’indicazione di prospettive di relazione e integrazione più stabili.

          Molteplici gli spunti, che hanno portato anzitutto a individuare una serie di elementi comuni del nostro “carattere nazionale”, sia in senso positivo che negativo. Da un lato, dunque, flessibilità, adattabilità, capacità di dialogo e di affrontare, di conseguenza, situazioni di conflitto/crisi: tutti elementi che, talvolta anche in relazione al ruolo geopolitico dell’Italia, hanno permesso ai nostri connazionali di raggiungere posizioni di primo piano a livello internazionale.

          Sono anche emersi,però, una serie di aspetti, percepiti certamente come negativi, che coincidono spesso con gli stereotipi dell’italianità: una complessiva inaffidabilità della nostra capacità organizzativa, oltre che carenze strutturali della nostra macchina pubblica, dalla burocrazia complessa alle carenze infrastrutturali, dall’incertezza del diritto e dei tempi della giustizia ai costi del lavoro e della fiscalità per le imprese. A queste valutazioni si sommano quelle derivanti dall’esperienza di quanti solo all’estero hanno potuto esprimere al meglio le proprie potenzialità mentro in Italia hanno consicuto solo barriere all’ingresso di tipo culturale, mancanza di trasparenza, scarsa valorizzazione del merito. 

          Una prospettiva più ampia, attenta non solo alle comparazioni contemporanee, ma capace di cogliere anche la valenza intertemporale dei fenomeni, introduce elementi di maggiore ottimismo. Così, campi del sapere quali la filologia o il diritto hanno costruito un terreno fertile per l’affermazione di una funzione culturale del nostro Paese nelle relazioni con i paesi del lontano e del vicino Oriente che, anche nel mondo d’oggi, producono effetti positivi: si pensi all’attenzione della Cina per il diritto romano quale elemento costitutivo del sistema giuridico, oppure alla recente elaborazione della prospettiva del Global Legal Standard, quale risposta giuridica alla globalizzazione dell’economia.

          C’è però un elemento su cui riflettere: se fino a poco tempo fa le vicende di molti “italiani di successo” all’estero costituivano – nella percezione della pubblica opinione italiana – un fattore di ottimismo, o addirittura di emulazione, esistono segnali ripetutiti di una reazione infastidita di molti nostri connazionali, che li spinge a considerare chi risiede e lavora all’estero, in fondo, un privilegiato.

          Passando poi all’esame delle sfide che, nell’ottica dell’interesse nazionale, sono funzionali a costruire competenze globali e a fare sistema, si parte da tre questioni: il carattere nazionale, il metodo e gli obiettivi. Ovviamente si può lavorare soprattutto su questi ultimi due, puntando sulla trasmissione della conoscenza e delle informazioni, e sulla condivisione di obiettivi da perseguire insieme, come comunità nazionale. Un ruolo centrale assume, per sviluppare al meglio le nostre risorse umane, il potenziamento dell’istruzione, sia scolastica che universitaria: fra l’altro, una migliore reputazione del nostro sistema educativo migliorerebbe anche l’attrattiva che il nostro paese riscuote nei confronti degli studenti stranieri, altro aspetto su cui scontiamo un grande ritardo.

          Infine, il tema del coordinamento: migliori reti di cooperazione all’estero, a partire dalle organizzazioni internazionali, possono far emergere in modo meno volontaristico i profili di carriera dei nostri connazionali, e migliori sistemi di relazione con il nostro Paese possono favorire la trasmissione di elementi di conoscenza e portare benefici alla nostra economia, o al nostro sistema dell’istruzione, anche a prescindere dal rientro stabile in Italia. Tutto questo in un’ottica di circolazione dei cervelli che i sistemi della comunicazione globale rendono finalmente possibile. 

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