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Attività

Future by quality: Life Sciences e Ricerca in Italia

    Terza edizione
    • Bresso (MI)
    • 16 Settembre 2019

          La diffusione e il radicamento delle start-up – imprese di recente costituzione caratterizzate da forte innovatività – vengono spesse identificati come proxy della competitività di un dato territorio e del suo ecosistema. Nel campo delle scienze della vita le start-up contribuiscono a trasformare sensibilmente l’ecosistema e a modificare le relazioni tra gli attori, pur in un contesto in cui è meno applicabile rispetto ad altri il paradigma dell’Open Innovation e prevale la necessità di tutela della proprietà intellettuale. Le start-up possono fungere da cerniera tra università e ricerca scientifica da un lato e industria farmaceutica e commercializzazione dall’altro, andando a colmare quei gap nel trasferimento tecnologico che hanno spesso contraddistinto il contesto italiano.

          In anni recenti il quadro normativo italiano si è dotato di una disciplina unitaria (D.L. 179/2012, a cui vanno aggiunte le integrazioni succedutesi negli anni seguenti) che ha permesso di incentivare la nascita di nuove imprese ad alto valore tecnologico e creare le condizioni facilitanti per l’attrazione di risorse e idee. L’impianto normativo, che prevede una serie di agevolazioni che caratterizzano tutte le fasi delle start-up, si è arricchito nel 2019 con l’istituzione di un Fondo che dovrebbe mobilitare risorse della Cassa Depositi e Prestiti e di altri soggetti istituzionali, e agire in qualità di venture capital pubblico per investire nuovi fondi e supportare quelli privati.

          Un ambiente di riferimento fertile e non ostile all’innovazione (con tutto quello che a cascata essa può comportare, inclusi rischi e fallimenti) è però solo uno degli elementi necessari per start-up di successo. Di sicura rilevanza è la composizione del team, che da un lato dovrebbe coniugare competenze più prettamente scientifiche con skill manageriali e, dall’altro, dovrebbe fare leva sull’esperienza di fondatori o partner con una precedente esperienza nel settore che possano agire da traino. Particolare attenzione va anche posta alla tutela della proprietà intellettuale, che richiede la conoscenza della regolamentazione locale e comunitaria dei brevetti. Rientra tra i fattori critici anche l’accesso al capitale, che può essere sì facilitato da condizioni locali favorevoli, ma che d’altra parte sfugge ai confini territoriali, in un mondo in cui la competizione è globale.

          Tutti gli elementi fin qui riportati rappresentano condizioni necessarie, ma non sufficienti, qualora non supportati da una scienza cristallina e credibile, che deve essere disruptive non necessariamente nell’idea sottostante, quanto almeno nella modalità di portarla sul mercato e generare valore per la filiera ampiamente intesa. Per supportare l’idea sono poi necessari un business plan adeguato e un modello di business credibile.

          Pur avendo identificato alcuni fattori comuni di successo, l’osservazione del panorama delle start-up mette comunque in evidenza il fatto che una ricetta unica e replicabile non esiste, che non possono esistere vincoli assoluti all’innovazione e che – anche tra le start-up che stanno riscuotendo un successo comprovato dall’attenzione degli investitori e di altri interlocutori dell’industria – ognuna ha percorso una strada che la rende unica nel suo genere. Questa diversità può essere identificata a livelli differenti che vanno dalla traiettoria di crescita, all’approccio con il mercato, ad una migliore coniugazione tra imprinting locale e apertura al contesto internazionale, fino ad una più efficace capacità di networking con il resto del sistema.

          In capo ai sistemi Paese rimane la sfida più importante: seminare, sostenere e dare luce a una ampia massa critica di idee e conseguentemente di opportunità. Questo significa provare a modificare la cultura dominante, che ostracizza la contaminazione della scienza con l’economia, e favorire una maggiore propensione al rischio. Soprattutto, questo vuol dire mettere le idee che hanno le potenzialità di volare in alto nelle condizioni di farlo.

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