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Attività

Economia sostenibile e responsabile: il ruolo della finanza

    • Incontro in modalità digitale
    • 6 Luglio 2020

          L’attenzione alla sostenibilità è presente da tempo nel mondo finanziario, con una crescita significativa e costante negli ultimi anni degli investimenti attenti ai criteri ESG (Ambiente, Sostenibilità e Governance). L’epidemia di coronavirus, lungi dal rappresentare un freno, si sta dimostrando un acceleratore di questa tendenza: anche gli investitori, infatti, vogliono cogliere le opportunità di una ripartenza e di una ricostruzione che si annunciano ‘verdi’.

          I dati dimostrano che le aziende attente alla sostenibilità sono anche quelle che registrano le performance migliori. La pandemia, inoltre, ha concentrato l’attenzione sulla capacità delle aziende di affrontare i rischi sistemici. Questo porta a un progressivo allineamento tra  redditività e sostenibilità, elementi chiave del business non più alternativi fra di loro.

          La crisi del coronavirus offre anche altre opportunità. Molte aziende destinatarie di fondi pubblici dovranno riflettere e dimostrare ai finanziatori il proprio “impatto” positivo non solo a livello economico, ma anche sociale. Riflettere e misurare l’impatto delle aziende aiuterà gli investitori a scegliere più consapevolmente le imprese maggiormente sostenibili e quindi più attrezzate a fronteggiare i grandi rischi e le  grandi incertezze che caratterizzano il futuro. Per questo obiettivo è necessario sempre più coniugare la visione di breve termine, propria dei report finanziari, con lo sguardo di lungo termine necessario ad affrontare le importanti sfide che l’umanità ha davanti a sé, ad iniziare dalla lotta al cambiamento climatico. La riduzione straordinaria delle emissioni di anidride carbonica (-8%) che si registrerà quest’anno a causa del lockdown dovrebbe essere ripetuta annualmente fino al 2030 solo per garantire il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, relativi all’aumento di 1,5 gradi delle temperature.

          Per questo è necessario agire in fretta. E se l’Europa con il Green New Deal ha messo in piedi un ambizioso piano di trasformazione, anche l’Italia può giocare un ruolo di leadership in diversi campi ad iniziare dall’economia circolare. In un Paese con un forte tessuto di aziende piccole e medie è essenziale però non creare gabbie normative, ma pensare a misure concrete, valorizzando gli investimenti delle centinaia di migliaia di aziende che già hanno puntato sul green e vedono miglioramenti tangibili della loro performance.

          In scia ai nuovi piani europei l’Italia dovrebbe incentivare, poi, gli investimenti verdi, magari distogliendo i 19 miliardi di sussidi che ancora oggi vanno ad attività ambientalmente dannose per favorire la transizione delle aziende verso i nuovi modelli. Del resto in un mondo in cui la sostenibilità si preannuncia come il paradigma futuro dell’economia e della finanza chi si muoverà per primo potrà avere un importante vantaggio competitivo.

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