Lanciare una banca nel mezzo della crisi non è un’impresa semplice. Eppure Lily Lapenna, fondatrice e CEO di MyBnk non si è lasciata scoraggiare. Anzi, il suo progetto marcia spedito ormai da 5 anni e coinvolge già 30 mila correntisti in Inghilterra. Il segreto? Aver creato una banca destinata ai giovanissimi. MyBnk è infatti, una “social enterprise”, un’impresa ma senza scopo di lucro che vuole preparare i propri clienti in erba al mondo del credito, facendo formazione e fornendo loro dei piccoli prestiti per finanziare idee imprenditoriali. Lapenna, nata a Londra nel 1980 da genitori italiani e formatasi fra la capitale inglese e progetti di volontariato in giro per il mondo, spiega al sito di Aspen il proprio progetto.
Cos’è e come funziona MyBnk?
MyBnk è un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata ai giovani e ha come primo obiettivo quello di avvicinare e formare al mondo del risparmio ragazzi in un’età compresa fra gli 11 e i 15 anni. Da una parte raccogliamo i risparmi e dall’altra eroghiamo piccoli prestiti a tasso di interesse zero per dare modo ai ragazzi di mettere in piedi la loro prima esperienza imprenditoriale. Le somme sono molto contenute e la parte più importante è quella formativa, di accompagnamento alla creazione di un progetto. In questo hanno un ruolo importante i nostri mybnker: giovanissimi anche loro, li formiamo a raccogliere e concedere il denaro perché siano a loro volta capaci di trasmettere queste abilità ai propri coetanei.
E come risponde la vostra clientela in erba?
Lavoriamo con diverse scuole di Londra e apriamo gli sportelli delle filiali MyBnk ogni settimana: la risposta è ottima visto che ci sono spesso file lunghissime di ragazzi che vogliono depositare i propri risparmi. Stesso discorso vale per i prestiti dove il tasso di restituzione è molto alto, vicino al 98%. Alcuni ragazzi arrivano da noi già con le idee chiare e molto interesse. In generale però la maggior parte di loro mostra una grande preoccupazione per il futuro. I livelli di disagio giovanile nel Regno Unito sono ai massimi dagli anni Ottanta e l’aumento dei costi di formazione si accompagna a un taglio dei sussidi da parte del governo. È una generazione che ha bisogno più delle precedenti di un’educazione finanziaria: noi vogliamo piantare piccoli semi perché possano crescere negli ambiti più diversi.
Com’è nata l’idea di MyBnk?
Mi è sempre piaciuto creare e portare avanti progetti e a 18 anni ho deciso di andare in Africa per fare volontariato con ragazzi di piccole scuole rurali. La svolta però è arrivata dopo gli studi universitari alla School of Oriental and African Studies (Soas): ho trascorso un anno in Bangladesh dove sono entrata in contatto con il microcredito e la Grameen Bank di Muhammad Yunus. Tornata a Londra ho deciso di utilizzare questa esperienza a beneficio dei giovani inglesi e nel 2007 ho fondato MyBnk in una zona particolarmente interessante per la convivenza di diverse culture come East London.
Dopo il successo a Londra, quali sono i vostri obiettivi?
Abbiamo a Londra sei filiali e nei prossimi anni il nostro obiettivo è crescere in altre parti dell’Inghilterra. C’è molta curiosità a livello internazionale per la nostra esperienza e continuiamo a fornire consulenza alle realtà interessate. Anche in Italia, ad esempio, in collaborazione con la Banca Etica Adriatica, è nato un progetto che ha preso spunto da MyBank. L’interesse nasce dal fatto che negli ultimi anni il mondo bancario ha innovato molto nel settore del rischio, ma poco nella creazione di prodotti e servizi per i propri clienti, soprattutto per i più giovani. Le nuove generazioni hanno un modo diverso e più rapido di interagire con l’universo del credito e del risparmio e c’è bisogno di maggior attenzione nei loro confronti. Come dimostra MyBnk, basta solo coinvolgere i ragazzi per ottenere una risposta entusiasta.