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Attività

Un circolo virtuoso tra reale e virtuale: la manifattura 4.0

    • Dalmine (BG)
    • 15 Febbraio 2016

          Da pochi anni è stato riscoperto il ruolo fondamentale del manifatturiero in Europa e nel mondo. Industry 4.0 è la rivoluzione che cambierà non solo l’industria stessa, ma anche i sistemi economici. La “fabbrica intelligente” coinvolge tutte le fasi del processo industriale, dalla progettazione al post-vendita, passando per produzione e logistica. Le fabbriche intelligenti del futuro entreranno in un social network fatto di macchine, merci, lavoratori e consumatori che, interagendo fra loro, stabiliranno un nuovo paradigma tecnologico-produttivo. L’enorme mole di dati  – generata attraverso queste interazioni – porterà a produrre con maggiore efficienza, ma anche con maggiore flessibilità. In questo contesto, il software diventa cruciale, e sono gli investimenti in questo ambito che determineranno i vantaggi competitivi delle imprese.

          Su un punto si può concordare: si è di fronte ad una vera rivoluzione e non solo ad una graduale evoluzione. Vale la pena chiedersi in cosa consista e quali elementi la caratterizzino: a partire dall’“Internet of things”, che è anche “Internet of services and people”, e che promette di trasformare processi e prodotti in sistemi integrati di oggetti e luoghi “intelligenti”, capaci di dialogare tra loro e con il mondo esterno. Ecco alcune delle principali sfide che una rivoluzione di questa portata pone ai sistemi economici e produttivi: dalla definizione di standard comuni, all’individuazione di nuovi modelli di business, alle misure necessarie a garantire la sicurezza delle architetture sino alla regolamentazione. I fattori abilitanti che rendono possibile questo cambiamento vanno dalle infrastrutture digitali come la banda larga, alle competenze umane agli investimenti finanziari. Le implicazioni sono enormi non solo per i sistemi produttivi, ma anche per il mondo del lavoro e le economie in senso lato.

          Una domanda cruciale riguarda quello che stanno facendo gli altri paesi, Germania in primis, che del 4.0 ha fatto la sua bandiera industriale. Occorre valutare il posizionamento dell’Italia rispetto ai paesi che stanno già cogliendo questa sfida. Esiste una “via italiana” alla manifattura 4.0? Oggi sono in corso varie iniziative a livello di governo, ma rimane un gap di pianificazione e di politica industriale da recuperare. La manifattura 4.0 richiede grandi investimenti e una visione di lungo periodo. Per questo occorre sensibilizzare la politica, talvolta disattenta alle esigenze del mondo produttivo e dell’innovazione tecnologica. È su questa rivoluzione che si misura la capacità dell’Italia di preservare e rafforzare il suo posizionamento nell’industria globale.

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