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Attività

Il federalismo in Italia: il quadro istituzionale, politico ed economico-fiscale

    • Roma
    • 14 Febbraio 2008

          Il dibattito sul federalismo investe un tema centrale delle riforme possibili dei prossimi anni. In un quadro in via di definitivo consolidamento, come dimostrato anche dalle risultanze dell’indagine conoscitiva svolta al riguardo dalla Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato nello scorcio iniziale della XV legislatura, è possibile mettere a fuoco con sufficiente chiarezza  obiettivi e politiche che consentano finalmente di realizzare pienamente le potenzialità del nuovo assetto istituzionale della Repubblica e gli eventuali correttivi da apportare alle disposizioni oggetto della revisione costituzionale del 2001.
          Se da un lato si pone l’esigenza di dare compiuta attuazione alle disposizioni e ai principi contenuti nella nuova formulazione del Titolo V della Parte II della Costituzione, dall’altro emerge la necessità di modificare alcune delle disposizioni introdotte nel 2001, che in sede applicativa hanno evidenziato limiti ed aporie e, in talune circostanze, autentiche incongruenze.
          Negli anni che hanno seguito la revisione costituzionale del 2001 si è riscontrato un significativo deficit attuativo di alcuni principi cardine del nuovo Titolo V, cui ha contribuito l’assenza nell’ambito della legge costituzionale di disposizioni attuative e di una disciplina che regolasse la transizione dal vecchio al nuovo sistema istituzionale.
          Per quanto concerne la portata degli interventi di revisione, si è prevalentemente osservato come si ponga l’esigenza di porre limiti alla transizione infinita che sta attraversando il nostro Paese, evitando il continuo riesame delle regole del gioco e procedendo ad un numero limitato di correzioni ed integrazioni del dettato costituzionale, nell’ottica della “manutenzione costituzionale” tipica degli ordinamenti a carattere federale.
          Non mancano opinioni di segno opposto, secondo le quali non sarebbero sufficienti interventi puntuali di revisione della Parte II della Costituzione, come quelli proposti nel corso della XV legislatura, in quanto la quantità e la complessità delle questioni da affrontare richiederebbe la definizione di un disegno di riforma più ampio ed articolato.
          La tipologia degli interventi di revisione costituzionale si riflette ovviamente sugli strumenti giuridici e parlamentari con i quali essi dovrebbero essere realizzati. Nell’ottica di interventi di “manutenzione costituzionale” puntuali e ben definiti, infatti, si ritiene preferibile affidare, per quanto possibile, la revisione costituzionale ad una pluralità di progetti di legge “tematici” che, al loro interno, abbiano un contenuto organico ed omogeneo, secondo la direttrice seguita nel corso della XV legislatura.
          La definizione di un progetto di riforma di più ampia portata richiederebbe invece l’individuazione di una specifica sede di discussione che potrebbe essere rappresentata da una Assemblea costituente o, comunque, da una sede parlamentare che sia sottratta alla quotidiana dialettica tra maggioranza e opposizione.

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