In un’epoca di cambiamenti e complessità senza precedenti, tre temi cruciali, e interconnessi, spiccano su tutti: il futuro della società, le dinamiche tra diverse generazioni e il panorama in continua evoluzione del lavoro e dell’istruzione. Tali aree implicano concetti ricorrenti, evidenziando la necessità di un approccio olistico per affrontare le numerose sfide odierne.
La società sta vivendo un periodo di profonda trasformazione, caratterizzato da fragilità, complessità e isolamento individuale crescenti. L’assenza di un’identità collettiva basata su valori condivisi desta preoccupazione. Le istituzioni e le loro funzioni andranno, dunque, ripensate per adattarsi ai cambiamenti in atto. Oggi il concetto di “luogo” svolge un ruolo determinante nello sviluppo sociale. A fronte di un’urbanizzazione crescente (2,9 miliardi di persone vivono nelle città), l’importanza della prossimità e delle interazioni negli ambienti urbani appare evidente. Questo cambiamento richiede un nuovo approccio al concetto tradizionale di leadership, che superi il classico dualismo pubblico/privato e ne abbracci uno di genere civile e sociale. In tal senso, l’evoluzione del ruolo del terzo settore, in particolare alla luce dell’aumento dell’aspettativa di vita, offre nuove opportunità. I programmi gestiti da grandi fondazioni che riuniscono enti privati e pubblici sono un esempio di criteri innovativi per affrontare le diverse sfide della società.
I cambiamenti demografici emergono quale fattore critico che modella le dinamiche sociali. Si prevede che entro il 2075 la popolazione mondiale raggiungerà i 10 miliardi, con una crescita considerevole in Africa e in Asia, mentre la popolazione europea continuerà a diminuire. Questo mutamento non mancherà di influenzare le culture, i valori e le società globali. La tradizionale struttura piramidale della società si va invertendo, ciò che evidenzia la necessità di rivalutare l’allocazione delle risorse tra le generazioni. Ciò potrebbe significare la necessità di dare priorità agli investimenti nell’istruzione primaria, rispetto a quelli nell’istruzione superiore, nonché di ripensare i sistemi pensionistici.
Sullo sfondo di queste trasformazioni, risalta il bisogno urgente di un nuovo patto intergenerazionale, che superi la semplice ridistribuzione delle risorse e sia informato alla creazione congiunta del futuro. I giovani di oggi affrontano sfide uniche, tra le quali il sovraccarico digitale, la paura dell’impatto dell’IA sui posti di lavoro e un’esile fiducia nelle istituzioni. Solo il 54% di loro vede la sostenibilità quale opportunità di lavoro, un tema che sottolinea ancor più l’esigenza di un allineamento migliore tra istruzione e prospettive di lavoro future.
La natura del flusso di informazioni tra le generazioni sta cambiando. Se di norma era verticale (dai più anziani ai più giovani), ora le informazioni viaggiano in linea orizzontale tra pari. L’IA rappresenta uno strumento potenziale per ripristinare in parte il flusso verticale di informazioni, ma il suo impatto va valutato con attenzione. Il ruolo dell’IA nell’istruzione e sul posto di lavoro sta diventando sempre più rilevante. Sebbene offra possibili benefici in settori quali la prevenzione delle malattie e l’apprendimento personalizzato, solleva altresì preoccupazioni in materia di privacy, manipolazione delle informazioni e natura mutevole delle interazioni umane. Al momento, va emergendo il concetto di un’“IA verticale” che accompagna gli individui durante tutta la loro vita e la carriera, con implicazioni che devono ancora essere comprese appieno. Il potenziale effetto dell’IA sui posti di lavoro lascia adito a timori, in particolare nel presumere una diffusa sostituzione di molte mansioni. Al momento, l’attenzione è pertanto sul modo in cui l’IA potrebbe accrescere le capacità umane e creare nuove opportunità, ma tale potenziale va gestito con cautela.
Sulla scia dei progressi tecnologici, il panorama in evoluzione del lavoro e dell’istruzione richiede un approccio più preciso e personalizzato, in particolare a quest’ultima, un approccio che superi il modello unico per tutti. L’apprendimento fondato su progetti e l’integrazione dell’IA nella vita quotidiana si profilano, quindi, come strategie chiave. L’obiettivo dell’istruzione rimane un punto centrale del dibattito. Per quanto sia importante preparare i lavoratori al mercato del lavoro, è altresì prioritario coltivare menti autonome e promuovere un pensiero critico in tema di valori. Oggi c’è la crescente consapevolezza che l’apprendimento non sia più limitato alla scuola tradizionale, ma avvenga attraverso mezzi di varia natura, comprese le piattaforme digitali. Nella nostra era i giovani manifestano sempre più l’esigenza di imparare attraverso la pratica, il che sottolinea il valore dell’apprendimento esperienziale. Il concetto di “utile conoscenza inutile” sottolinea l’importanza di un apprendimento ad ampio raggio, che vada oltre le applicazioni pratiche immediate. In altre parole, oggi l’istruzione dovrebbe mirare ad aumentare le opportunità perché “il talento è distribuito equamente, ma le opportunità no”.
In conclusione, questi temi tanto complessi sollevano più domande che risposte. Tuttavia, le domande costituiscono punti di partenza fondamentali per approfondimenti e azioni ulteriori. Laddove la società affronta le sfide in essere, un approccio multiforme e collaborativo, che coinvolga tutte le generazioni, risulta essenziale per plasmare un futuro sostenibile ed equo. È evidente la necessità di politiche mirate, azioni collettive e una migliore comunicazione tra le generazioni. Costruire la fiducia tra queste ultime e le istituzioni, adottare approcci flessibili all’istruzione e al lavoro e gestire con attenzione l’integrazione dell’IA nella società sono ormai priorità fondamentali. Fronteggiando le sfide odierne in modo olistico, la società può riuscire a creare un futuro che non sia solo tecnologicamente avanzato, ma anche coeso ed equo sul piano sociale. È tempo di passare dall’intelligenza artificiale a un’intelligenza collettiva costruita su valori davvero comuni.