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20 anni di euro: successi, problemi, prospettive

  • Incontro in modalità digitale
  • 15 Febbraio 2022

        L’euro festeggia i suoi primi vent’anni con un bilancio di successi, ma anche con la consapevolezza di dover compiere ancora numerosi passi avanti. La grandissima maggioranza dei cittadini europei considera la moneta unica un elemento identitario e ne ha un chiaro giudizio positivo. E sicuramente l’introduzione dell’euro ha semplificato le attività economiche e commerciali delle aziende. Eppure, non si può sottovalutare il problema che si è posto – in particolare per un Paese come l’Italia – con l’impossibilità di utilizzare i tassi di cambio per realizzare svalutazioni competitive.

        La storia della valuta europea è, quindi, anche quella di sistemi economici nazionali che ancora non hanno realizzato la convergenza ipotizzata con la nascita dell’euro. Si arriva così al cuore della questione della moneta unica: il suo carattere di valuta priva del sostengo di una politica fiscale ed economica europea. Si tratta di una situazione che evidenzia una sostanziale disparità rispetto al dollaro, forte non solo del mandato globale della Federal Reserve, ma soprattutto di un Tesoro federale con un mercato unico di titoli di Stato.
        Tuttavia, dopo gli errori commessi nella crisi dei debiti sovrani, causati dalla mancanza di quella solidarietà che dovrebbe essere alla base del progetto europeo, l’Unione monetaria ha iniziato un nuovo percorso verso la coesione. Prima con gli importanti interventi della BCE sulla spinta del “whatever it takes” e oggi con il Next Generation EU che trova fondamento nell’emissione di debito comune, da sempre una proposta portata avanti dall’Italia.
        Gli eurobond che finanziano i piani di ripresa dei diversi Stati sono progetti di condivisione certamente circoscritti nelle finalità e nelle tempistiche, eppure rappresentano un passo avanti sostanziale. Toccherà ora alla politica continentale decidere se continuare su tale percorso. Per questo il 2022 si preannuncia un anno cruciale, come il 2002 che vide nascere la moneta unica e il 1992 che ne pose le basi con il Trattato di Maastricht.
        L’Unione sarà chiamata a decidere sul futuro del Patto di Stabilità e su un nuovo quadro di regole, stabilendo se l’Europa debba tornare indietro alle politiche di austerità o possa compiere nuovi passi verso una maggiore integrazione economica e fiscale. Quest’ultima sarebbe certamente la strada maestra per affrontare le tante questioni in sospeso nella costruzione del progetto europeo, rafforzando il ruolo globale della moneta unica e permettendole di rappresentare adeguatamente la forza economica e industriale dell’area che l’ha adottata vent’anni fa.

         

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