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Stati Uniti e Francia pazzi per la moda italiana

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    • 13 Luglio 2015
    • Luglio 2015
    • 13 Luglio 2015

    La moda è, da tempo, uno dei temi che più danno visibilità all’Italia sui media internazionali. Eppure le ultime sfilate maschili rappresentano una novità, soprattutto se lette alla luce del rilancio di Milano come capitale internazionale del settore, studiato dalla Camera Nazionale della moda e proposto nelle settimane scorse dalla stampa internazionale come una “sfida” al glamour delle passerelle parigine o newyorchesi.

    Quello che più colpisce leggendo le cronache dei corrispondenti stranieri e degli esperti del settore è infatti la capacità di fare sistema che ha visto impegnati giornalisti e buyers in un doppio  appuntamento: prima Pitti Uomo a Firenze e poi la Settimana delle sfilate a Milano. Un passaggio in cui i visitatori sono stati accompagnati, anche grazie iniziative come il “Treno della moda” che ha fisicamente trasportato su un Frecciarossa tutto il mondo del fashion business da una capitale dell’abbigliamento all’altra. Del resto i giornalisti presenti non si sono limitati a raccontare le collezioni: i due eventi hanno portato a diversi articoli sull’offerta culturale e turistica di Firenze e Milano, così come a pezzi di costume sul lifestyle italiano.

    E se, come spiega il New York Times¸ nei giorni di Pitti a Firenze “la moda era impossibile”, il fatto che le passerelle non siano più un evento a sé, ma un polo di attrazione per visitatori internazionali diventa sicuramente una realtà positiva.  Il limite, al momento, è che l’attenzione su questo settore arriva solo da un numero limitato di paesi, seppur molto rilevanti come Stati Uniti e Francia.

    La sproporzione fra il numero di articoli pubblicati dai giornali francesi o americani e quello delle testate di altri Paesi è infatti evidente. Allargare la visibilità anche ad altri mercati aiuterebbe forse a portare, insieme ai buyers, anche nuovi turisti. Interessati non tanto e non solo alle passerelle quanto allo stile che quotidianamente si può “respirare”  nelle città italiane.

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