Non solo Expo: ora dobbiamo “vendere” l’Italia ai turisti globali
Intervista a Renzo Iorio
Con oltre 20 milioni di visitatori di cui circa 7 stranieri, Expo si è rivelata un importante volano turistico e ha .offerto al mondo un’immagine positiva dell’Italia, ripresa e amplificata dalla stampa estera. Forte di questo successo – spiega al sito di Aspen Renzo Iorio, presidente di Federturismo Confindustria e amministratore delegato di Accor Italia – il turismo, settore chiave dell’economia nazionale, deve riuscire ad affrontare criticità storiche, quali ad esempio un’eccessiva frammentazione nell’offerta.
Expo ha registrato una prevalenza di turisti italiani. Sono mancati gli stranieri?
Possiamo dire che Expo è stato un successo perché si è sposato con una rinnovata propensione al viaggio della clientela domestica. L’aumento di turisti stranieri, che pure c’è stato, si inserisce invece in una tendenza di crescita da parte del turismo internazionale in Italia che non ha avuto un incremento così forte rispetto a quello dei turisti nazionali. Tuttavia la visibilità internazionale è stata importante non solo per la riuscita dell’evento, ma anche in termini di esemplarità del Paese: aver organizzato bene Expo e averlo concluso in modo ineccepibile ha contribuito a dare una visione positiva dell’Italia che avrà certamente ricadute in termini di credibilità.
L’offerta turistica italiana si è dimostrata adeguata alle aspettative?
Abbiamo fatto una ricerca con Assolombarda sulla percezione dei visitatori delle strutture ricettive durante Expo, attraverso sistemi di reputation sul web: ne è uscito un indice di gradimento dell’87% del rapporto qualità prezzo, che è un segno di maturità del settore alberghiero; inoltre abbiamo registrato un giudizio superiore al 90% riguardo alla capacità di accoglienza, l’elemento cioè relativo alla relazione con il cliente e all’attitudine verso i turisti. Sotto l’80% troviamo, invece, molti aspetti relativi alla qualità fisica dei luoghi, soprattutto la vetustà delle strutture.
Questi dati si accompagnano ad altre tendenze positive, come un aumento del soggiorno decentrato rispetto a Milano, ad iniziare da Varese (+46% nel settore alberghiero), ma anche dal lodigiano. Expo, insomma, ha permesso di distribuire ricchezza e di far conoscere destinazioni meno frequentate. Direi che è stata una prova superata ampiamente in termini di capacità-Paese con alcuni nodi strutturali che rimangono ancora da affrontare.
In che cosa dobbiamo migliorare?
I nodi principali rimangono la visibilità e l’accessibilità del Paese ai visitatori internazionali. Oggi il settore turistico è un settore globale. L’Italia – come tutte le grandi destinazioni globali – deve guardare al mondo nel suo complesso. Si tratta spesso di mercati lontani difficilmente accessibili con imprese medio piccole. Questa struttura, per l’assenza di costi benefici, rende difficile anche un racconto efficace del Paese ai turisti globali.
Per aumentare la propria attrattività l’Italia deve lavorare sul comunicare la bellezza del proprio stile di vita, imponendo standard di qualità agli operatori e giocando d’anticipo sull’agenda della sostenibilità. Quel concetto di sostenibilità esteso che è la qualità della vita – fatta certamente di aria pulita, ma anche di luce, di sorriso delle persone, di benessere diffuso – è infatti un elemento fondamentale per assicurare sempre maggiori successi al mercato turistico.
Come viene percepita l’Italia dagli operatori internazionali?
Meglio direi, se non altro dal punto di vista psicologico, grazie a riforme come quella del mercato del lavoro. Siamo in cima alle destinazioni più ambite, oltre ad essere la quinta destinazione globale e la seconda in Europa per pernottamenti. Non va poi dimenticato che siamo anche un Paese con importanti flussi turistici in uscita: questo è un aspetto fondamentale per ogni operatore. Non è un caso che Accor abbia fatto del nostro Paese il polo gestionale di un gruppo di mercati che includono Grecia, Israele, Creta e Malta. Del resto, per un gruppo del settore alberghiero, essere presente nel luogo che identifica il desiderio di viaggio della maggior parte delle persone nel mondo è un punto di forza strategico.