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Conquistare il mercato, conquistare il pubblico: fare l’imprenditore è un po’ come fare il comico. Intervista a Brian Pallas

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    • 27 Settembre 2016
    • Settembre 2016
    • 27 Settembre 2016

    Ha inventato una rete per offrire opportunità, commerciali e finanziarie, alle piccole e medie imprese. Un’idea nata grazie alla conoscenza della realtà imprenditoriale italiana e a diverse esperienze nella finanza internazionale. Eppure nel curriculm di Brian Pallas, che a 27 anni ha fondato Opportunity Network  – una piattaforma dove imprese di tutto il mondo possono pubblicare in forma anonima richieste di partnership e trovare controparti interessate – è stata fondamentale anche l’esperienza come sceneggiatore a Zelig. Perché “alla fine – spiega al sito di Aspen – il lavoro del comico non è poi così diverso da quello dell’imprenditore”

    Come nasce l’idea di Opportunity Network?
    Vengo da una famiglia di piccoli imprenditori e ho visto con i miei occhi le necessità della piccola e media azienda italiana. L’esperienza in Boston Consulting Group mi ha aiutato, invece, a capire quali sono le richieste dei finanziatori. Quando mi sono trovato nel Family Business Club della Columbia University, dove si riuniscono le future generazioni di aziende di tutto il mondo ho pensato: questi potrebbero essere tutti potenziali clienti per mio padre. É nata così una prima rete di una settantina di persone che poi si è evoluta fino a diventare Opportunity Network: ad oggi mettiamo in collegamento circa 3.000 aziende italiane su un totale di 8.000 imprese nostre clienti, con un servizio che è pensato proprio per la media impresa, fra 10 milioni e un miliardo di fatturato.

    Quali opportunità cercano le aziende italiane?
    Se guardiamo alle offerte di vendita, le aziende italiane pensano soprattutto a un compratore straniero. Certo, le acquisizioni Italia-su-Italia ci sono, ma i prezzi riconosciuti da un’azienda estera tendono ad essere maggiori rispetto alle valutazioni del mercato locale. Dobbiamo però sfatare il mito del compratore cinese visto che, statistiche alla mano, meno dell’1% degli investimenti diretti esteri che arrivano in Italia proviene dalla Cina. Molto maggiori, invece, sono le opportunità offerte da aziende europee che, grazie a una maggior vicinanza culturale, sono meno spaventate dal quadro normativo italiano.

    Anche le opportunità commerciali vengono ricercate soprattutto verso i mercati internazionali. Del resto le aziende italiane che fanno parte del nostro network confermano la propria vocazione all’export: accanto a ovvi mercati di interesse per le PMI, come Stati Uniti ed Europa del Nord, iniziamo anche a vedere una pulsione verso Medio Oriente, Russia e Cina; quest’ultima vista non più come Paese dove produrre o comprare prodotti a basso costo, ma come vero mercato di sbocco.

    Avete sede a Londra e backoffice a Barcellona. Paura dell’Italia? 
    Siamo nati come azienda americana, poi abbiamo deciso di spostare il quartier generale a Londra con sussidiarie a New York, Barcellona, Dubai e rappresentanze locali in altri sette paesi. Quando dovevamo scegliere la città per il nostro backoffice abbiamo subito pensato a Milano di cui avevamo un buon giudizio e un’ottima conoscenza. Tuttavia, con la strategia dell’avvocato del diavolo, siamo andati a vedere se esistevano altre realtà capaci di offrire maggiori vantaggi a un’azienda come la nostra. Alla fine abbiamo scelto Barcellona perché, oltre all’attrattività dello stile di vita, offre accesso a molti talenti internazionali, anche grazie alla velocità nella concessione dei permessi di lavoro. Inoltre, per chi ha redditi elevati e intende trasferirsi in Spagna, esiste un’aliquota fiscale fissa valida cinque anni molto conveniente. Anche la normativa del mercato del lavoro, infine, offre un giusto equilibrio fra la necessaria tutela dei lavoratori e le esigenze di flessibilità delle aziende. Sono tutte condizioni oggi presenti in Spagna, ma che nulla vieta di replicare anche in Italia.

    Sceneggiatore a Zelig: una parentesi o un’esperienza utile per il lavoro di imprenditore?
    Devo dire che mi ha aiutato molto. Lavoravo con comici che ogni sera si trovavano davanti a milioni di telespettatori. Avevano addosso tantissima pressione e dovevano trovare il modo di controllarla e gestirla nella maniera migliore: una situazione, insomma, che richiedeva uno sforzo di coaching notevole. Inoltre, dobbiamo dirlo, la razionalità non è certo la principale qualità di un comico. E una volta che hai trattato con un comico, qualsiasi CEO è un pezzo di pane. Del resto il lavoro di un comico non è poi così diverso da quello di un imprenditore. Un bravo comico alla fine della storia, se ha fatto bene il suo lavoro, strappa una risata; all’imprenditore basta qualche applauso.

     

    Brian Pallas, ha iniziato la sua carriera come sceneggiatore per la trasmissione comica Zelig. A 27 anni ha fondato Opportunity Network dopo aver lavorato per Boston Consulting Group (BCG) e aver maturato, in precendza, esperienze nel campo del Private Equity e dell’Investment Banking. Nel maggio 2014 ha conseguito l’MBA presso Columbia Business School.